L’Islam non accetta oggi il gioco del poker, giacché considerato occidentale.
Se il divieto assoluto rimane per il gioco cash, nei paesi più tolleranti è invece consentito disputare dei tornei.
Vigono comunque delle disposizioni, per le quali sono state emanate delle specifiche “fatwa”.
Quella più importante riguarda il lavaggio delle mani e dei piedi, che ogni giocatore deve eseguire al termine del torneo o non appena venga dallo stesso eliminato, in segno di purificazione.
I tavoli, inoltre, devono essere disposti in modo tale che il dealer abbia sempre la faccia rivolta verso La Mecca.
E’ consentito ai giocatori, infine, in caso di all in [1] e prima dello show down, di pregare; allo scopo vengono infatti predisposti dei tappeti accanto ad ogni tavolo.
Non è assolutamente consentito inveire contro l’avversario, a meno che lo stesso non sia ebreo o non abbia parenti ebrei.
Rimane irrisolta l’atavica controversia tra Sciiti e Sunniti sul fatto che i primi ritengano il seme di rango superiore essere quello di quadri, mentre i secondi ritengono che lo sia quello di fiori.
[1] all in: la dichiarazione di gioco con cui un giocatore si gioca tutte le proprie chips
Saverio Spinelli