Reggio, giornalista in carcere per diffamazione. Spampinato: “riforma urgente”

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“La Camera dei Deputati tiri fuori, dalla secca in cui si e’ arenato, il disegno di legge di riforma della diffamazione che prevede proprio la cancellazione della pena detentiva che per questo reato e’ universalmente considerata eccessiva. Anche il Governo si faccia carico di questa esigenza, perche’ a causa di questa legislazione arcaica in Italia la liberta’ di stampa e’ ‘parziale'”. Lo dice il direttore di Ossigeno per l’Informazione, Alberto Spampinato, a commento dell’arresto del giornalista di Reggio Calabria Francesco Gangemi, finito in carcere per scontare due anni di reclusione per diffamazione a mezzo stampa. “Ad agosto- spiega Spampinato- c’e’ stata la discussione generale in aula. Da allora la riforma non ha fatto passi avanti. La Camera deve trovare il tempo per discutere e approvare questo breve disegno di legge che, oltre a togliere il carcere, offre l’occasione per impedire l’uso intimidatorio della querela per diffamazione, divenuto troppo frequente e limitativo del diritto di cronaca. I problemi del mondo dell’informazione non sono meno importanti di quelli dell’economia e del lavoro. I solenni impegni presi un anno fa, di fronte all’indignazione generale per la detenzione di Alessandro Sallusti, ma non sono stati mantenuti. Non dimentichiamo che lo scorso dicembre, per sopperire alle inadempienze legislative, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ritenne opportuno commutare la pena in una sanzione pecuniaria e rivolse un severo richiamo al Parlamento, ricordando le numerose raccomandazioni del Consiglio d’Europa e dell’OSCE e le condanne della Corte Europea di Giustizia sempre cadute nel vuoto. Da allora sono arrivati altri richiami e altre condanne, l’ultima poche settimane fa. Non c’e’ piu’ tempo da perdere. A causa di queste e altre norme che limitano il pluralismo e la liberta’ di informazione- conclude- da dieci anni l’Italia e’ la pecora nera fra i Fondatori dell’Europa unita'”.

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