E’ il Waterfront.
Secondo quanto riportato questa mattina dalla Gazzetta del Sud la commissione composta dagli architetti Marcello Cammera e Gianni Dito e dall’ingegnere Salvatore Sgrò ha già valutato sotto il profilo tecnico le proposte avanzate da tre Ati che la settimana prossima potrebbero essere convocate per l’apertura delle buste con l’offerta economica: fase propedeutica per procedere all’aggiudicazione finale. E proprio da palazzo San Giorgio giungono conferme in tal senso, visto che sarebbero state avviate le procedure espropriative delle aree interessate; al contempo il Comune dovrebbe riunirsi con le Ferrovie per l’acquisizione del dismesso parco binario e dei magazzini.
I due interventi di riqualificazione previsti dal progetto del ‘Regium Waterfront’ riguardano uno l’area a mare della stazione centrale, con il suo interramento e la nascita del Centro Polifunzionale (ad oggi in attesa di copertura finanziaria), e l’altro la via Marina a nord con il recupero urbano del quartiere 1° maggio e la realizzazione del Museo del Mediterraneo nell’area di sedime del porto.
I progetti propedeutici rispetto al Museo del Mediterraneo prevedono una serie di interventi nella zona centro/settentrionale della città con un totale riassetto della viabilità, l’urbanizzazione delle aree prossime al Museo del Mediterraneo, l’istituzione di una tramvia di superficie e di un nuovo terminal, un vasto parcheggio a servizio dell’area, una stazione d’interscambio per i mezzi pubblici, due passeggiate panoramiche, un ponte pedonale, la connessione con l’attuale lungomare e il lido comunale, la riqualificazione della storica pineta Zerbi, la realizzazione di una scalinata artistica di collegamento tra le piazze, una serie di fontane e giochi d’acqua, la riqualificazione della copertura della fiumara Caserta con un pontile panoramico e la riconnessione con la spiaggia. A lungo termine, poi, il progetto comprende l’istituzione di un centro velico, di una darsena e un bacino artificiale e di attività turistiche/ricettive, ma solo dopo la realizzazione delle opere sopra anticipate.
Il tutto nella speranza che si rispettino i vincoli ambientali, ma soprattutto che l’apparato burocratico sia celere nel rispettare i tempi tecnici e si possa arrivare all’appalto e all’avvio dei lavori senza ulteriori sprechi di tempo e risorse, perché Reggio di tutto ha bisogno tranne che di nuovi cantieri perenni!