San Luca (Rc), dispersione scolastica: segnalati alcuni genitori in merito alle assenze dei propri figli

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Il 30 ottobre 2013, a San Luca, i Carabinieri della locale Stazione, a conclusione di una mirata attività di indagine sul fenomeno della dispersione scolastica ed in particolare sull’inosservanza dell’obbligo d’istruzione dei minori, hanno segnalato, in stato di libertà, alla Procura della Repubblica di Locri, alcuni genitori che, in riferimento alle assenze scolastiche dei loro figli per l’anno scolastico 2012/2013, non hanno fornito adeguate motivazioni giustificative.

La condotta omissiva, che viene punita dalla norma, consiste nell’impedire ovvero non controllare che i figli minori frequentino le lezioni per un periodo superiore ai 50 giorni.

Nel caso di specie i minori presi in esame nel corso delle indagini, sono frequentatori dell’Istituto Comprensivo “Corrado Alvaro” di San Luca.

Da anni ormai, il Comando Stazione Carabinieri di San Luca, in considerazione della particolare realtà sociale in cui versa da sempre il territorio della locride ed in particolar modo quello sanluchese, pone in essere specifiche attività di prevenzione e repressione del fenomeno dell’abbandono e della dispersione scolastica, in virtù delle antiche competenze affidate all’Arma dei Carabinieri che storicamente venne impiegata, per la sua capillare distribuzione sul territorio, per le esigenze di alfabetizzazione prima dell’Italia Unita (1861) e poi del paese nell’immediato secondo dopoguerra (1945).

Tali disposizioni hanno nel tempo consolidato un solido rapporto tra l’Arma dei Carabinieri e le istituzioni scolastiche testimoniato anche dalla presenza di un ufficiale di collegamento presso l’attuale Ministero della Ricerca, Università ed Istruzione per tutte le esigenze di quel dicastero. I giovani e la loro istruzione rappresentano per l’Arma il baluardo fondamentale per la crescita del paese a maggior ragione in un territorio complesso come quello della locride.

I dati riferiti ai casi di dispersione affrontati negli ultimi due anni non sono però confortanti. Le motivazioni alla base sono molteplici. Spesso aggravate da condizioni socio economiche difficili in cui i minori sono vere risorse per la famiglia che li avvia a saltuari lavori piuttosto che alla gestione quotidiana di mansioni di controllo su fratelli più piccoli.

A fronte di ciò la sensibilità sul problema dovrà crescere in direzione anche del contributo che il resto della società può dare, intervenendo e segnalando le situazioni più difficili.

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