Curiosità: sapevate che il latte può diventare un tessuto?

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Forse alcuni di voi non ne sono al corrente, ma il latte è un alimento facilmente deperibile. Nel momento in cui diventa scarto industriale può diventare un tessuto. In realtà si tratta di un processo che non è del tutto inedito: fu un italiano a scoprirlo negli anni 30. L’evoluzione più recente invece va attribuita a un’imprenditrice tedesca, che dal latte è riuscita a ottenere una fibra molto versatile.  La stilista e microbiologa Anke Domaske ha fondato così il brand Qmilk. La sua fantasia è stata stimolata, appunto, dalla scoperta di cui parlavamo. Negli anni Trenta, in Italia, il Lanital (il primo tipo di fibra ottenuta dal latte) veniva concepito come uno dei simboli di autonomia industriale del nostro Paese e il regime fascista puntò molto sulla sua pubblicizzazione. Poi però tale tessuto, inteso come un sostituto della lana, venne accantonato, anche in seguito allo sviluppo di nuove fibre sintetiche. Poi, in tempi più recenti, la Domaske è riuscita a rilanciare il prodotto riutilizzando la notevole quantità di latte andato a male come il punto di partenza della creazione del tessuto. Inoltre, tale lavorazione ha il vantaggio di avere un impatto ambientale molto basso e consente un notevole risparmio idrico. La fibra che si ottiene è morbida e antibatterica e può essere usata sia come tessuto per gli abiti che come garze o bendaggi in ambito ospedaliero. E non solo: tale materiale può essere utilizzato anche per la tappezzeria per le auto, nonchè per la realizzazione di cosmetici.

 

 

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