Maria Giovanna, una giovane calabrese ’emigrata’ per aiutare chi soffre

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La chiamano Madame Pietropaolo a Ginevra, il suo nome è Maria Giovanna ha 25 anni è originaria di Vibo Valentia, laureata in giurisprudenza all’università di Firenze. Maria Giovanna è stata ammessa all’Accademia del Diritto Umanitario Internazionale e dei Diritti Umani di Ginevra appunto, un centro di eccellenza nel settore e, concluso il Master, adesso fa tirocinio presso il Comitato della Croce Rossa Internazionale.

In questo ambito aiuta il suo prossimo e diventa la prima italiana a vincere il prestigioso premio Henry Dunant, premio che viene dato a chi contribuisce (tramite un certosino lavoro accademico) l’impegno nel campo dei diritti umani. In poche parole Maria Giovanna, sotto una prospettiva prettamente giuridica, cerca di approfondire le esigenze primarie e i diritti delle persone nel momento in cui i governi, per ragioni politiche, impediscono questi “atti di solidarietà”. Ciò accade solitamente in catastrofi come terremoti, inondazioni, carestie “Emblematica la situazione post-ciclone Nargis, nel 2008 in Birmania, quando la giunta militare inizialmente rifiutò i soccorsi internazionali mettendo tragicamente a rischio la popolazione colpita” dice.

L’unico limite al suo senso di solidarietà è dato dall’obbligo, impostole dalla sua posizione di dipendente della Croce Rossa, di rimanere imparziale e dunque di non potersi esprimere pienamente su temi politici e di attualità, come ad esempio l’immigrazione e la legge vigente in questo momento, la Bossi-Fini.

A tornare in Italia non ci pensa proprio, si sente cittadina del mondo, sentimento importante in un momento come questo in cui di impegno fervente e silenzioso nei confronti del prossimo ce n’è davvero bisogno. O forse semplicemente qui, nel nostro paese,  vedrebbe preclusa la possibilità di realizzare i suoi sogni e le sue inclinazioni.

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