- Come pensa di sanare la vertenza del Vittorio Emanuele, e come interverrà la Regione?
Con la Regione il rapporto è buono, c’è l’attenzione giusta perché è impossibile non investire sul Teatro, sarebbe un suicidio per la città; la misura della civiltà è proprio la cultura, e un teatro ne è il motore.
L’assessore Sgarlata è perfettamente in sintonia con il mio percorso, abbiamo lo stesso sguardo verso il Mondo; mi ha riferito che sono stati già stanziati dei soldi per la cultura a Messina, e lo ha fatto felicemente, non per elencare dei numeri. Sono sicuro che tutto quello che c’è da fare per il Teatro si farà, chiaramente ci sono delle difficoltà economiche, ma io credo che la crisi, in senso generale, produrrà più cose positive che negative, perché porterà la gente a vivere in modo diverso. I soldi della
- Una continuità culturale oltre che territoriale..
Si. Ecco, questo ci può salvare; quando si è in condizioni precarie, ci si salva la vita proprio per la voglia di vivere, di andare avanti e lottare.
- Come è possibile salvaguardare l’attività degli orchestrali che oggi hanno protestato?
Questa è una delle cose più complicate dal punto di vista economico, però bisogna trovare ugualmente una formula che consenta di far vivere questa gente che merita assolutamente. Sarà difficile, perché non ci sono fondi per mantenere questo gruppo meraviglioso, per cui credo che la stabilizzazione, per come la intendiamo noi, sia più complicata. Questo non ci deve scoraggiare, non dobbiamo fare come l’anno scorso, che hanno lavorato poco, io penso che di tutti quelli che fanno questo mestiere, in Italia, pochi sono stabilizzati, però la loro potenzialità, la loro arte, è stupenda. E’ invidiabile quello che fanno, penso sia bellissimo. Il loro potenziale non deve essere disperso, sono sicuro che riusciremo a fare in modo di offrire l’opportunità di ottenere un riconoscimento economico; anche se non ci sarà il classico stipendio di fine mese, importantissimo, anche loro avranno, insieme alla soddisfazione di suonare uno strumento, di che vivere. Farò di tutto perché questo avvenga. Chiaramente, per il ruolo che ho, il mio impegno è massimo per ogni cosa che faccio.