Secondo i dati pubblicati dall’Eurostat, l’ufficio di statistica dell’Unione europea, nel 2012 sono nati in Europa 5,2 milioni di bambini, per un tasso di natalità del 10,4 per 1.000 abitanti, stabile rispetto al 2011.
I tassi di natalità più elevati sono stati registrati in Irlanda (15,7‰), Regno Unito (12,8‰), Francia (12,6‰), Svezia (11,9‰) e Cipro (11,8‰), e i più bassi in Germania (8,4‰), Portogallo (8,5‰), Grecia e Italia (entrambe 9,0‰) e Ungheria (9,1‰).
Lo scorso anno i decessi nella Ue a 28 sono stati 5 milioni, per un tasso di mortalità del 9,9 per 1.000 abitanti, rispetto al 9,6‰ nel 2011. I tassi di mortalità più elevati sono stati osservati in Bulgaria (15‰), Lettonia (14,3‰), Lituania (13,7‰), Ungheria (13‰), Romania (12,7‰) e Croazia (12,1‰), e i più contenuti in Irlanda (6,3‰), Cipro (6,6‰), Lussemburgo (7,3‰), Malta (8,1‰) e Olanda (8,4‰).
La più alta crescita naturale della popolazione, calcolata dalla differenza tra nascite e decessi per mille abitanti, è stata registrato in Irlanda (+9,5‰), seguita a distanza da Cipro (+5,2‰), Lussemburgo (+4‰), Francia e Regno Unito (+3,8‰). Dodici Stati membri hanno avuto una crescita naturale negativa, con le maggiori contrazioni della popolazione in Bulgaria (-5,5 ‰), Lettonia (-4,5‰), Ungheria (-3,9‰), Lituania (-3,5‰), Romania (-2,7‰) e Germania (-2,4 ‰).
Ma nel 2012, secondo i dati dell’Eurostat, circa l’80% della crescita della popolazione in Europa è dovuto all’immigrazione. In termini relativi hanno registrato maggiori flussi netti Lussemburgo (+18,9‰), Malta (+7,4‰), Italia (+6,2‰), Svezia (+5,4‰) e Austria (+5,2‰), mentre Irlanda (-7,6‰), Lituania (-7,1‰), Lettonia (-5,8‰), Estonia (-5,7‰), Grecia (-4‰), Portogallo (-3,6‰) e Spagna (-3,5‰) hanno registrato i deflussi netti più elevati.
La popolazione è aumentata in 17 Stati membri ed è diminuita in 11. I maggiori aumenti relativi sono stati osservati in Lussemburgo (+23‰), Malta (+9,1‰), Svezia (+7,7‰), Regno Unito (+6,2‰), Belgio (+6‰) e Austria (+5,2‰), e i cali più consistenti in Lituania (-10,6‰), Lettonia (-10,3‰), Estonia (-6,8‰), Bulgaria (-5,8‰), Grecia (-5,5‰) e Portogallo (-5,2‰).