Il consigliere comunale del partito Democratici Riformisti, Nino Carreri, in seguito all’approvazione del bilancio previsionale 2013, giunto nel tardo pomeriggio di ieri, ha lanciato un messaggio all’amministrazione Accorinti ben preciso: costituire una struttura dedicata ai fondi strutturali per PROGRAMMARE – PROGETTARE – INTERCETTARE RISORSE ormai indispensabili.
Ieri sera il consiglio comunale ha approvato il bilancio previsionale 2013 con il consueto cronico ritardo. Una consuetudine che ha paralizzato negli ultimi anni l’attività amministrativa, relegando il consiglio ad un ruolo “notarile” rispetto al tavolo decisionale.
Il ruolo favorevole dei DR è un’apertura di credito, nei confronti dell’amministrazione Accorinti, all’interno di un consiglio comunale che ambisce ad intensificare un rapporto politico fondato sull’onestà e sulla correttezza nell’interesse primario della città. Troppo spesso purtroppo questo rapporto è stato messo a dura prova proprio da una parte degli stessi sostenitori del sindaco che evidentemente entrano in sofferenza davanti agli sforzi profusi dall’amministrazione per coinvolgere la totalità dei consiglieri .
Per i Democratici Riformisti il 2014 deve rappresentare l’anno della svolta. Il consiglio comunale deve riprendersi il ruolo che gli compete di programmare le scelte amministrative attraverso lo strumento del bilancio previsionale scegliendo i settori da rinforzare affinché non si ripeta più che una città a vocazione turistica che ambisce a diventare meta dei crocieristi, destini a tale scopo solo lo 0.41% delle risorse oppure lo 0.52% alla cultura e lo 0.81 allo sport, per non parlare di istruzione al 3.15%.
L’auspicio quindi del gruppo consiliare dei DR è che il previsionale 2014 si rivolga ai settori che in questi anni sono stati trascurati pesantemente a cominciare dallo Sviluppo Economico, un settore a cui è dedicata una percentuale risibile dello 0.4% delle risorse di bilancio e che si dovrebbe interessare del sostegno alle imprese, dello sportello informativo e soprattutto dei fondi strutturali.
Senza l’immissione in circolo di risorse esterne provenienti dall’Europa, dallo stato o dalla regione si rischia di finire asfissiati dalla continua diminuzione di trasferimenti e dal continuo aumento della spesa pubblica ormai fuori controllo.