Messina,Gambino e Limosani indicano i pilastri su cui fondare l’area metropolitana

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51 comuniSi ritorna a parlare di città metropolitana e area dello Stretto. O meglio, si continua a parlarne, dato che da un po’ di tempo a questa parte ( vedi campagna elettorale ) l’argomento ha sconfinato dalle aule universitarie e dai convegni ed ha iniziato a prendere forma, non più ideale principio ma concreta proposta.

I fautori di questa lotta all’astrazione di un così valido progetto sono, tra gli altri, Josè Gambino, docente di Geografia presso l’Ateneo di Messina e Michele Limosani, professore ordinario di economia, i quali hanno espresso più volte le loro tesi. In ordine di tempo, dopo la conferenza tenutasi il 13 dicembre che li ha visti entrambi relatori, c’è una lettera indirizzata ai Sindaci dei comuni dell’Area Metropolitana ed ai deputati dell’Assemblea Regionale Siciliana. Nella missiva i docenti analizzano con criteri che vanno oltre l’aspetto squisitamente teorico le condizioni dell’area in questione ed i vantaggi che il territorio ne trarrebbe. La loro richiesta è quella di istituire “Una Città metropolitana dalle grandi potenzialità che potrà configurare nuove occasioni di sviluppo nel bacino del Mediterraneo, se maggiormente proiettata verso la realtà dello Stretto e, quindi, strettamente collegata al sistema Reggio Calabria -Villa San Giovanni – Gioia Tauro sul fronte calabrese”.

I due studiosi non hanno bisogno di ricorrere a motivazioni etno antropologiche e culturali che sono già sotto gli occhi di tutti, per cui, concretamente, descrivono come il processo che porta ai finanziamenti dell’Unione Europea sarebbe notevolmente semplificato permettendo ai 51 comuni che ne faranno parte, di essere protagonisti della competizione che oggi, più che mai, si svolge nelstretto-di-messina continente.

Il primo livello di programmazione – si legge nel documento – avviene sempre più in ambiti territoriali di dimensione intercomunale, più Comuni, quindi, che per ragioni storiche, geografiche, culturali o di interdipendenze economiche e sociali si riconoscono in una strategia di valorizzazione unitaria del territorio e trovano in esso il suo naturale riferimento. E’ questo un livello di pianificazione essenziale, necessario, insostituibile che si fonda sui principi di autonomia, responsabilità e partecipazione”.

“E’ per questo motivo che l’Unione Europea incoraggia le politiche comprensoriali, di area vasta coerentemente anche con il principio che ispira l’utilizzo delle risorse europee ossia quello della concentrazione dei fondi”.

Parlano di area metropolitana come ente intermedio ottimale per un progetto di sviluppo compiuto“Un sistema a rete, policentrico, composto da più parti complementari. Un sistema che unito all’area metropolitana di Reggio definisce la terza città metropolitana d’Italia che sarà, quindi, in grado di concorrere all’assegnazione delle ingenti risorse finanziarie che l’Unione Europea metterà a disposizione delle città metropolitane, risorse alle quali i liberi consorzi comunali non potranno accedere”.

Un altro aspetto da non poter assolutamente sottovalutare è anche questo: i consorzi di comuni, così come erano stati previsti dal decreto che avrebbe di fatto eliminato le province in Sicilia, non sono previsti nel resto di Italia, in quanto peculiarità della nostra isola a statuto speciale, pertanto sarebbe impossibile accedere ai fondi messi a disposizione dallo Stato Italiano. Il sistema consorziale pertanto isolerebbe la Sicilia dal contesto nazionale ed europeo.

taorminaLa città metropolitana concepita da Gambino e Limosani è caratterizzata da contesti culturali omogenei, è patrimonio dell’Unesco; una rete di amministrazioni dinamica, nella quale “è possibile individuare almeno quattro “Sistemi Turistici Locali”: il sistema “Eolie”, il sistema “Peloritani”, il sistema “Alcantara”, il sistema “Taormina”. La sola presenza di beni naturali e culturali in ogni sistema non costituisce di per sé prodotto turistico a valenza economica. Tale connotazione, invece, dipenderà dalle modalità in cui le risorse si integreranno e qualificheranno il progetto di sviluppo dell’area di riferimento. In questa prospettiva di valorizzazione dei sistemi turistici locali diventano necessarie, indispensabili, quelle strategie che riguarderanno la infrastrutturazione complessiva del territorio, le modalità di accesso ai vari cluster, i progetti integrati di trasporti e di collegamento delle singole aree per favorire la mobilità dei turisti all’interno e all’esterno dei distretti”.

Secondo i due professori la città metropolitana dello Stretto si potrà qualificare come “Città metropolitana dell’Unesco”, cioè come il polo metropolitano d’eccellenza nel contesto interregionale. Giocano in un ruolo di centralità tutte quelle produzioni nel settore manifatturiero oltre che lo splendido patrimonio identitario di cui gode la Sicilia, come, ad esempio, i Peloritani.

Le conclusioni della lettera, che tratta in maniera chiara e sistematica tutti questi punti, pongono l’accento sulla svolta epocale che ai destinatari della missiva, i sindaci e i componenti dell’Ars, è dato imprimere. Ancora una volta si evidenzia come “la Città metropolitana dello Stretto a 51 comuni sia un sistema territoriale organico e ben individuato non solo per la sua forte identità, ma anche per le strutture socio-economiche. Un’area  in cui sarà più agevole metter in atto progetti condivisi di grande rilevanza e interesse per l’Unione Europea ed in grado di far evolvere la Città metropolitana di Messina verso le forme più avanzate delle società post-industriale”.

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