Si è tenuto mercoledì sera presso il teatro “F. Cilea” di Reggio Calabria il concerto di Natale patrocinato dall’Università “Mediterranea” di Reggio Calabria: evento come pochi in verità, e rari, coi tempi che corrono. Una vera e propria “riproposizione” del bel canto, della lirica, che nello stretto è attualmente in forte quiescenza: tuttavia, è opportuno ricordare come tale “riproposizione” sia stata attuata sotto, innanzitutto, il patrocinio ed il fondamentale supporto del rettore dell’Università “Mediterranea” prof. Pasquale Catanoso, vero fautore dell’evento e, sul piano squisitamente musicale, da parte del coro lirico “F. Cilea” e dell’orchestra filarmonica “F. Cilea” di Reggio Calabria, del coro dell’università “Mediterranea” (di recente istituzione), dei bravissimi maestri dei cori Bruno Tirotta e Carmen Cantarella, del puntuale e grandioso direttore d’orchestra Gian Rosario Presutti, e dei solisti tutti.
Il tutto si apre con un trionfante “Inno di Mameli” cantato dal coro “Cilea” e da una fervente platea, cui segue la prima parte del concerto, che si apre con il “Preludio” dalla Traviata di G. Verdi, magistralmente svolto dalla grandiosa orchestra reggina. Sempre poi nel contesto della su citata opera verdiana, è stato svolto il “coro di zingarelle e mattadori”, il bellissimo intervento del coro nel secondo quadro del secondo atto dell’opera verdiana, in cui il coro “Cilea” ha saputo magistralmente comunicare la vena gioviale di tale coro verdiano. Sempre dalla “Traviata”, la sublime aria del primo atto “E’ strano… Ah, forse è lui… Sempre libera degg’io” di Violetta, cantata dal soprano Maria Teresa Leva. Prima tuttavia di parlare dell’esecuzione in sé, è opportuno ricordare che nel programma è stata citata solo la celeberrima caballetta di quest’aria d’opera, mutilandola di fatto del suo fulcro melodrammatico. Sul piano musicale, invece, si riscontra un bravissimo soprano che, tuttavia, non detiene ancora, per la giovane età, le somme levature del personaggio verdiano, quelle del soprano drammatico e, al tempo stesso, di coloratura; ad ogni modo, malgrado ciò, ha complessivamente cantato egregiamente, culminando inoltre nel bellissimo sovracuto, proprio solo di una “vera Violetta”! E, tutto ciò, accompagnato dal tenore Vincenzo Crucitti che, dietro le quinte (come nell’opera verdiana) canta il bellissimo “Ah quell’amor ch’e’ palpito, dell’universo intero, misterioso, altero, croce e delizia al cor”. E’ seguita poi a ciò un’altra bellissima e celebre aria verdiana, “Pace, pace, mio Dio”, da “La Forza del Destino”, eseguita questa volta dal sublime soprano Maria Bagalà: giovanissimo soprano reggino, ha dimostrato una grandiosa levatura, propria solo di rare interpretazioni della “Leonora” verdiana, quale quella della Freni nell’incisione discografica dell’opera verdiana del 1986. Un’interpretazione, dunque, come poche davvero, un soprano di somma levatura timbrica e musicale, con un fraseggio quale pochi, massimamente dimostrato nel finale “Maledizion!”. Poi, ancora, si è avuto il sublime coro “Cilea”, nel verdiano “Vedi le fosche notturne spoglie” dal secondo atto de’ “Il Trovatore”, nel quale ha dimostrato, come sempre una potenza che raramente è in grado di comunicare un tradizionale coro lirico, e che, grazie all’accurato fraseggio e, in toto, alla mirabile interpretazione, ha esplicato pienamente la rilevanza che il maestro di Busseto volle sempre dare nelle sue opere ai cori. Magistrale ancora l’esecuzione della grandiosa orchestra filarmonica “F. Cilea” delle due ouvertures dalla “Carmen” di G. Bizet, del I e del IV atto (seppur sia indubbiamente da citare la mutilazione della parte finale dell’ouverture del I atto, per motivi a noi ignoti), cui è seguita la bellissima esecuzione dell’”Habanera” dalla stessa opera del compositore francese, eseguita in maniera sublime dal mezzosoprano Catia Riotto; questo giovanissimo e bravissimo mezzosoprano ha inoltre saputo dimostrare una levatura musicale degna solo di poche voci femminili della storia del melodramma. E’ stato poi cantato dal coro “Cilea”, in maniera a dir poco egregia e sublime, il coro iniziale della “Cavalleria Rusticana” di P. Mascagni, seguito dalla “Sinfonia” dal “Barbiere di Siviglia”, in cui l’orchestra ha saputo massimamente esplicare la grandezza del genio rossiniano. Chiude la prima parte il bellissimo “Coro a bocca chiusa” dalla “Madama Butterfly” di G. Puccini; esecuzione, senza dubbio alcuno, come poche, da parte del coro “Cilea”, anche se senza dubbio questo bellissimo brano non va eseguito a concerti, perché decontestualizzato e privo di tutto ciò che il maestro di Lucca ha voluto attribuirgli.
Si va poi in pausa, cui segue la seconda parte, aperta dall’inno carnascialesco “Gaudeamus Igitur” cantato dal nuovo, ma al tempo stesso preparato e coeso coro dell’università “Mediterranea” di Reggio Calabria, cui ha seguito il sublime canto natalizio “Astro del ciel” e l’altrettanto toccante canto “E’ la festa di Natale”. L’orchestra del Cilea ha poi eseguito in maniera a dir poco eccelsa e sublime “A most wonderful Christmas”, brano natalizio di Robert Sheldon, dopo il quale è stato svolto un dolcissimo “Adeste fideles”, cantato soavemente dal tenore Vincenzo Crucitti, dal soprano Maria Teresa Leva e dal coro “Cilea”. Tuttavia, degno di grande apprezzamento è indubbiamente il brano di John Lennon “Happy Christmas war is over”, eseguito dal mezzosoprano Catia Riotto, dal soprano Maria Bagalà e, ancora, dal coro “Cilea”. Tutto si è infine concluso con la bellissima e celeberrima canzone natalizia “Jingle Bells”, nell’arrangiamento del m° Bruno Tirotta. Ed ancora, applausi scroscianti del pubblico, cui segue un “bis”: il bellissimo “Brindisi” dalla “Traviata” di G. Verdi. Auspicando infine che spettacoli di tal genere avvengano più frequentemente, esprimo, da parte mia e della redazione tutta, un plauso generale per la serata, massimamente rivolto all’università reggina, somma fautrice di questo bellissimo evento.