In epoca classica, in tutta la Grecia si continuò ad organizzare tornei, che riscuotevano un certo successo.
Ciò che invece in quel periodo mancò, fu il mantenimento della tradizione delle scuole di poker del periodo omerico, o anche solo l’esistenza di un gruppo di pensiero che ponesse delle regole da seguire o che formulasse delle indicazioni per chi voleva avvicinarsi al gioco.
Il motivo di tale carenza era in gran parte dovuto al fatto che gli dei avevano l’abitudine di seguire dall’Olimpo tutti i tornei e di intervenire ripetutamente per aiutare i loro beniamini di turno, scombussolando ogni teoria delle probabilità.
Pertanto nessun giocatore si preoccupava più di tanto di formulare strategie e di studiare le statistiche.
Durante i tornei uscivano così le mani più assurde ed il gioco alla fine sembrava più una tombola che altro.
Inoltre, in base al periodo ed alla località in cui i tornei si svolgevano, determinate divinità pretendevano di poter dettare la loro legge.
Per esempio, Poseidone si arrogava il diritto di decidere il vincitore nei tornei che si svolgevano nelle isole e nelle città di mare.
Ora, essendo la maggioranza delle città greche dislocate sul mare, quasi tutti gli dei erano fortemente contrariati da questa presa di posizione da parte di Poseidone.
Nacque così del malcontento che a poco a poco si diffuse in tutto l’Olimpo.
Zeus, per porre fine alla diatriba, ma anche per ribadire la sua supremazia, decise allora di intervenire personalmente nel torneo estivo che si svolgeva annualmente ad Itaca.
Non a caso Zeus scelse quel torneo, perché l’organizzazione apparteneva alla locale casa da gioco gestita dai discendenti di Ulisse, verso il quale Poseidone aveva una profonda avversione di antica memoria per il fatto che quegli gli aveva accecato il figlio Polifemo.
Il giocatore sponsorizzato da Zeus, in quell’occasione, vinse tutti gli scontri con gli avversari e addirittura scoppiò [1] per ben quattordici volte consecutive coppie superiori alle sue!
Si comprende bene come con tali metodi il poker non potesse certo trovare un’evoluzione nella tecnica di gioco.
In epoca romana, l’andazzo non variò peraltro più di tanto, poiché gli dei, pur avendo cambiato nome, di fatto, erano sempre gli stessi.
Nell’antichità, ciò nonostante, il gioco fu molto popolare perché la gente soprassedeva sempre sui capricci e le ingerenze degli dei, purché fosse garantito lo spettacolo.
[1] scoppiare: vincere con una mano inizialmente molto sfavorita.
Saverio Spinelli