Reggio e Messina, che vergogna! Polemiche barbare ne esaltano le inciviltà, e la politica stavolta non c’entra …

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arena_stretto-2Prendi Reggio e Messina, due città bellissime in uno scenario unico al mondo: lo Stretto, esatto centro geografico del Mediterraneo. Culla di civiltà, arte e cultura, entrambe le città dello Stretto sono ancora oggi zeppe di preziosissimi reperti storici e archeologici che ne rappresentano una civiltà millenaria, purtroppo oggi perduta. E’ difficile, quotidianamente frustrante, provare a spiegarsi il perchè un territorio con tutte le eccezionali potenzialità come quelle dell’area dello Stretto, non riesca a decollare.
terremoto 1908Ma poi basta poco per capire tutto: il catastrofico terremoto del 1908 ha raso al suolo non solo le città e le loro strutture, ma ha anche distrutto l’identità di una comunità di cui si sono perse intere generazioni. Di quei messinesi e di quei reggini è rimasta davvero poca gente. Nel tempo sono venuti fuori tanti burneri riggitani, buoni solo a lamentarsi, criticare e invidiare il prossimo, e dall’altra sponda tanti buddaci, pronti a riempirsi la bocca di spacchiose fantasie che fanno tanto fumo ma poco arrosto. Due identikit precisi che riescono a spiegare perchè un territorio così bello, così ricco, così zeppo di meraviglie straordinarie e uniche al mondo, non viene invece valorizzato come merita.
stretto-di-messinaPrendiamo un forestiero che arriva da fuori nello Stretto oggi, visita Reggio, visita Messina. Arriva da Londra, o Stoccolma, o dall’Australia, dal Giappone, dalla Corea del Sud, dalla Nuova Zelanda o dal Canada, dagli USA, dal Belgio o dall’Olanda, da Svezia o Danimarca, da Finlandia o Austria, oppure dal Portogallo, o anche da Friuli Venezia Giulia, Piemonte o Toscana. Da un qualsiasi posto normale, insomma. Da un qualsiasi posto del mondo civile, sviluppato, che soffre la crisi ma guarda al futuro. Da un qualsiasi posto in cui da tempo la gente anzichè farsi la guerra e passare il tempo a lamentarsi di ciò che non va, ha deciso di rimboccarsi le maniche producendo evidenti risultati di progresso e sviluppo, trasformando risorse limitate in vere e proprie miniere d’oro.
ponteEcco, questo fantomatico mister X arriva a Reggio con l’aereo da fuori: siamo nel 2014, si badi bene, gennaio 2014 non 1729.
Intanto quando transita sullo Stretto dall’aereo vede questo spettacolo meraviglioso, resta incantato, oltre al fantastico panorama scorge la sagoma delle città dello Stretto, più di mezzo milione di abitanti in pochi chilometri di terra, e si chiede come mai due terre così vicine non siano unite da un ponte: sbarra gli occhi, non ci crede. “This is Italy? This is Europe?” afferma sconvolto. Da dove arriva lui è abituato che terre anche molto più distanti divise da laghi, fiumi e mari, sono collegate da ponti stabili per treni e auto da ormai lunghi decenni. Qui gli spiegano che il progetto c’era, ma nessun governo è mai riuscito a farlo, che in molti si sono opposti, che a Messina lo storico leader del movimento “No-Ponte” è diventato Sindaco pochi mesi fa, e che adesso neanche del progetto si parla più. Sorride e pensa a tutto il resto: “se non l’hanno voluto, avranno un sistema di trasporti via mare davvero funzionale“. Non sa cosa l’aspetta.
duomo messinaArriva a Reggio, sbarca all’Aeroporto e fin qui tutto va bene. E’ mattino, vuole visitare entrambe le città ma prima di tutto deve andare a Messina perchè non vuole perdersi l’appuntamento delle 12.00 a piazza Duomo con lo spettacolo dell’orologio nella torre dello storico Campanile, uno dei più belli d’Europa: inorridisce all’idea di dover arrivare a Villa San Giovanni per prendere un traghetto, mentre osserva il pontile dell’aeroporto abbandonato a un passo dallo scalo. Ma riesce ad arrivare a Messina, si gusta lo spettacolo del Duomo, gode delle bellezze della città, le apprezza, gli piace. Ma sente la gente che mormora. E’ incazzata nera. Perchè oggi, 15 gennaio 2014, è stata istituita la prima area pedonale della città. Poche traverse, in pieno centro, intorno piazza Cairoli. Ma mister X non ci crede, pensa di non capire bene l’Italiano. Cioè, una città come Messina, 250.000 abitanti in riva al mare, nel 2014 non aveva ancora un’isola pedonale nel suo centro storico? E oggi che la stanno finalmente realizzando, con grandissimo ritardo, la gente anzichè festeggiare si lamenta?
area-pedonaleImpossibile: chiede ai suoi compagni di viaggio, ciceroni locali, cosa davvero stanno dicendo i messinesi e riceve la conferma. Si lamentano dell’isola pedonale. Perchè così ci sono meno parcheggi, non si può arrivare direttamente con l’auto in alcuni negozi, bisogna fare dei giri più lunghi per andare in un posto. Eppure dove hanno parcheggiato loro, al parcheggio Cavallotti, 455 posti auto gratis in pieno centro, c’erano tanti spazi vuoti. E’ incredulo.
Da dove arriva lui, città anche molto più grandi di Messina concepiscono la vita urbana a misura d’uomo: la gente si sposta a piedi o in bicicletta, non deve arrivare in edicola con l’auto e magari comprare il giornale senza neanche scendere (!). Le isole pedonali ci sono ovunque nei centri più o meno turistici d’Europa e del mondo, da decenni: significa considerare la città un posto fatto per gli uomini, e non per le macchine. Significa salute, benessere, rispetto per l’ambiente, cura del corpo umano, accoglienza, decoro, sviluppo, progresso, civiltà. Ma a Messina non la vogliono: mister X torna dall’altro lato dello Stretto, mentre è sul traghetto guarda la sagoma della città siciliana, ammira il fascino di Cristo Re illuminato adesso che si fa sera, la falce del porto, il crinale dei Peloritani e pensa “certo che è una città bellissima, ma la gente che ci vive è rimasta nel Medioevo“.
tapistapisQuando arriva a Reggio la prima cosa che chiede è se qui c’è un’isola pedonale: arriva sul Corso Garibaldi, è diventato isola pedonale 11 anni fa, tra mille polemiche, ma oggi tutti l’apprezzano esattamente come il Tapis Roulant che ha trasformato via Giudecca da parcheggio anonimo e selvaggio a fulcro pedonale che rappresenta l’orgoglio cittadino, un’opera avveniristica che proietta la città nel futuro. A mister X piace, si sente come a casa sua, è contento, ma anche qui sente la gente mormorare, lamentarsi, nonostante la bellezza del Lungomare, il paesaggio unico al mondo con l’Etna in eruzione oltre le acque del Mediterraneo, l’incantevole suggestione dei Bronzi di Riace che gli fanno venire i brividi e lo lasciano a bocca aperta, il Castello Aragonese e la piazza che lo circonda, realizzata pochi anni fa.
012La gente si lamenta di tante cose, una di queste è la prima pista ciclabile della città che sta nascendo proprio in questi giorni: è un percorso bellissimo, panoramico, lungo lo Stretto per 8km dalla stazione Lido alla “Capannina”, per altro realizzata in modo assolutamente ecologico con il riciclo di ben 30.000 copertoni che anzichè inquinare l’ambiente, offrono sicurezza e visibilità con il cordolo “Biker” fatto proprio di gomma riciclata. La gente si lamenta perchè “ostacola la strada“, “restringe la carreggiata“, “ma chi vuoi che la usi“, “ma a cosa serve“. Qualcuno addirittura si chiede che cosa sia. In tanti la scambiano per un parcheggio e la ostruiscono posizionandoci dentro le automobili! Mister X inorridisce. Da dove arriva lui (e non è un marziano) le automobili sono ormai pochissime, e tutte elettriche. La gente si muove a piedi, o in bici.
Reggio CalabriaE’ tarda sera, riparte, il suo tour nello Stretto è finito. Di Reggio e Messina s’è innamorato, ma avrebbe preferito non conoscere l’inciviltà e l’arretratezza medioevale di quei riggitani e di quei buddaci che ne compromettono lo sviluppo. Siamo nel 2014 e qui la gente si lamenta della prima isola pedonale, della prima pista ciclabile, che in realtà dovrebbero essere numerose già da decenni in base ai ritmi di progresso del mondo normale, del mondo civile.
Reggio Calabria Lungomare FalcomatàE allora queste barbare polemiche ci fanno capire perchè quello che poteva essere non è. Perchè Reggio e Messina non riescono a decollare nonostante le straordinarie risorse culturali e turistiche. Quello che manca è la mentalità, e stavolta la politica non c’entra anzi se qualcosa si muove e se – pur in ritardo e tra mille polemiche – la prima isola pedonale di Messina e la prima pista ciclabile di Reggio stanno nascendo in questi giorni, è esclusivamente merito della testardaggine degli amministratori locali che avranno anche mille difetti ma anche il coraggio di assumere le scelte che ritiengono giuste anche se sono impopolari.
messina area pedonalePerchè non ci sono dubbi sul fatto che sia giusto fare un’isola pedonale, una pista ciclabile, nel 2014, lì dove ancora mancano. Anzi, è ancora troppo poco. Ci vorrebbe ancor più coraggio, bisognerebbe azzardare, chiudere al traffico l’intero centro storico, stravolgere gli assetti di questa popolazione dormiente, passiva, negativa su tutto, ferma a celebrare un passato che non c’è più e incapace di guardare al futuro, completamente al di fuori delle logiche di progresso del resto del mondo che cammina e va avanti. Dopotutto “nani su’ iddi e vonnu a tutti nani; nci vannu terra terra, peri e mmani; e, pâ malignità bbrutta e superba, cca non crisci chi erba, erba, erba… N’ta ‘stu paisi cunta sulu a ‘mbiria, pirciò non sunnu tutti chi cicoria…. Arburi?… Si ccarcunu ‘ndi sciurisci ‘nci minunu petrati non mmi crisci… Ambatula tu fai.. Rresti cu ‘ngagghiu… Si senti sempri chi ‘nc’è fetu d’agghiu… Si ‘nc’esti ‘nu cartellu aundi rici: Sti ‘ggenti tra di iddi su’ nnimici!”

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