Governo Renzi, il clamoroso retroscena: Gratteri aveva accettato ma Napolitano avrebbe detto “no”

StrettoWeb

Da twitter al governo, dai social network a via Arenula, Nicola Gratteri poteva essere il primo ministro scelto da un social network. Ma all’ultimo momento, il suo nome e’ scomparso dalla lista dei papabili. Lo scorso 17 febbraio il procuratore antimafia era stato intervistato da Riccardo Iacona, a ‘Presa Diretta’. “Se le proponessero di fare il ministro della Giustizia, accetterebbe?“, aveva chiesto il giornalista. “Se avessi la certezza di poter fare le cose che ho detto e che servono, accetterei“, era stata la risposta. Ne e’ nato un tweet, pubblicato da Iacona, #gratterinuovoministrogiustizia, molto seguito su twitter. E’ stata anche pubblicata una petizione online, Matteo Renzi ha colto la palla al balzo e ha formalmente proposto al magistrato reggino la carica di Ministro della Giustizia. Gratteri piaceva a tutti, dal basso, al popolo. Politicamente andava bene sia al Pd che a Scelta Civica e al Nuovo Centro/Destra. In tanti facevano il tifo per lui.
Ma oggi sono rimasti un po’ tutti delusi quando Renzi ha elencato i nuovi Ministri e alla Giustizia ha fatto il nome di Andrea Orlando, che era il titolare dell’Ambiente nel governo Letta. I più scettici hanno subito pensato che fosse stato lo stesso Gratteri a rifiutare la proposta di Renzi, in realtà i ben informati assicurano che sia stato Napolitano a stoppare la sua candidatura proposta dal neo-premier. Il clamoroso retroscena emerge già a rigor di logica dalla tempistica dell’incontro tra il premier incaricato e il Capo dello Stato: quasi 3 ore, un record storico per la Repubblica Italiana. Il ministro dell’Economia era stato deciso prima, già da ieri sera la questione era praticamente chiusa, e solo per altri dicasteri si è trattato fino all’ultimo e in diversi casi i nomi letti da Matteo Renzi alle 19.15 non sono quelli che erano nella lista portata al Quirinale alle 16.30.

Due, in particolare, sono stati i punti delicati: il ministero della Giustizia e quello degli Esteri, fino all’ultimo oggetto di un confronto approfondito tra Renzi e Napolitano e di consultazioni telefoniche incrociate effettuate per sondare Pd, alleati e diretti interessati. “Nessun braccio di ferro“, ha voluto assicurare in pubblico Giorgio Napolitano, ma non è un mistero che il presidente avesse espresso una preferenza per una scelta di continuità alla Farnesina, per evitare di disperdere il patrimonio di rapporti costruito da Emma Bonino non solo nei mesi al governo. Sulla Farnesina il leader Pd ha insistito, forte anche della scelta che già era stata fatta per l’Economia: Renzi, raccontano, inizialmente aveva puntato su Guido Tabellini, come tecnico, ma ha dovuto prendere atto dei ‘pareri’ che più o meno informalmente gli sono stati fatti arrivare dalla Bce, anche tramite Bankitalia. Lo stesso Napolitano lo avrebbe avvertito dell’importanza di avere un nome che avesse canali avviati e consolidati con gli interlocutori internazionali: un profilo che corrisponde molto di più al curriculum di Pier Carlo Padoan (che proprio in questi giorni era ad una riunione Ocs) che non a quello di Tabellini, più ‘accademico’. A maggior ragione, però, Renzi ha voluto marcare la “discontinuità” sugli Esteri, e ha tenuto duro sul nome di Federica Mogherini.
Altrettanto complicata è stata anche la partita della Giustizia, dicastero sul quale Renzi aveva ormai deciso di puntare tutto su Gratteri. Ma alla fine ha dovuto cedere alle volontà di Napolitano.

Se l’alternativa a Nicola Gratteri è Andrea Orlando, Renzi mi sembra un po’ confuso. Perché Napolitano ha messo il veto sul procuratore aggiunto della DDA di Reggio Calabria? Forse non lo sapremo mai. Sappiamo invece che Gratteri continuerà a fare il magistrato. E questa è la cosa più importante!“: con questo post pubblicato su facebook Antonio Nicaso, reggino esperto esperto mondiale di ‘ndrangheta che vive e lavora da 25 anni nel nord America, noto scrittore di fama internazionale sul fenomeno delle mafie, docende universitario in Canada e Usa, ha voluto commentare l’accaduto in modo laconico ma preciso, lasciandoci un interrogativo chiaro. Perchè Napolitano ha stoppato Gratteri alla Giustizia?

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