Sant’Agata Militello (Me), operazione Camelot: altre undici persone indagate a vario titolo

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Nell’ambito dell’operazione Camelot relativa agli appalti pubblici a Sant’Agata Militello, oltre alle otto persone sottoposte a misura cautelare, altre undici persone risultano indagate a vario titolo. L’inchiesta ha coinvolto complessivamente 47 soggetti. Tra questi anche Carlo Giuffrè, ex project manager del Pit 21, indagato per turbativa d’asta in merito al progetto di riqualificazione della Villa Falcone e Borsellino. E poi ancora  i palermitani Vincenzo Cordone e Maria Teresa Giuliano ed il torinese Emanuele Giusti. Ancora in merito allo stesso progetto della Villa Falcone e Borsellino indagati per abuso d’ufficio e turbativa anche il progettista Bernardo Paratore, ex assessore santagatese, ed il funzionario dell’ufficio tecnico Giovanni Amantea.  Giuseppe Campisi, ex consigliere comunale, risulterebbe responsabile del reato di truffa aggravata  in merito ai lavori della casa per anziani di contrada Gaglio.

Anche Natale Iannaggi avrebbe addebitata una presunta turbativa d’asta in merito alla realizzazione dell’elisuperficie in contrada Pianetta, mentre  a Benedetto La Macchia viene contestato l’abuso d’ufficio nel progetto di riqualificazione del Museo dei Nebrodi. Infine, Cono Galipò risulterebbe indagato per turbativa, falso e tentata truffa riguardo l’adeguamento strutturale della scuola elementare Capuana. Questi indagati avrebbero commeso i reati a loro contestati a vario titolo in concorso con Contiguglia, Silla e Naso, i tre tecnici del Comune raggiunti da misura restrittiva degli arresti domiciliari.

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