Scandalo Aias: in Corte d’Assise a Messina sentite la moglie di La Rosa e Arnò

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In Corte d’Assise a Messina, Presidente Trovato, nell’ambito del processo Ghota II, riguardante le presunte estorsioni e vessazioni subite dai dirigenti dell’Aias di Barcellona Pozzo di Gotto a partire dal 1999, denunciate qualche tempo fa dall’ex Presidente dell’associazione, dott. Luigi La Rosa, si sono svolti oggi alcuni interrogatori. L’ormai ex presidente, lo ricordiamo, ricostruì la vicenda nei dettagli e fece arrestare, dopo che la squadra Mobile di Messina ritenne oggettivi, precisi e calzanti le prove fornite dallo stesso La Rosa, i vari Giovanni Rao, Carmelo D’Amico, Carmelo Giambò e Mariano Foti, ritenuti dagli inquirenti elementi di spicco della mafia barcellonese. In aula, in qualità di testimoni, sono state sentite la moglie di La Rosa, Amalia Scilipoti, e Angela D’Angelo, moglie di Piero Arnò, ex direttore amministrativo dell’associazione, deceduto da qualche anno. In particolare la Scilipoti, rispondendo alle domande degli avvocati Celi e Calabrò, legali di Foti e Giambò,  ha spiegato come si sarebbero perpetuate le estorsioni ai danni dell’Aias, sottolineando anche come la mafia nel tempo avrebbe assunto il controllo dell’Aias, inserendo tra i soci dell’associazione persone vicine ai clan. La D’Angelo ha parlato invece dei rapporti che vi erano tra il Giambò e il marito (nipote e zio ndr), ribadendo che tra i due i rapporti si erano logorati nel corso del tempo. Il presidente Trovato, sempre nel corso degli interrogatori, ha dato invece parere favorevole per l’acquisizione agli atti dell’interrogatori di La Rosa, redatti dal 2010 al 2011, in cui sono contenuti tutte le varie estorsioni subite dall’Aias nel corso degli anni. In aula presente Mariano Foti, in videoconferenza Carmelo Giambò. Nella prossima udienza, fissata per il 14 febbraio, verrà ascoltato il dirigente della Squadra Mobile di Messina che ha condotto le indagini, dott. Giuseppe Anzalone.

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