Gli inviati di Striscia la notizia hanno puntato per lo più sullo spreco di denaro ricordando, per chi le avesse dimenticate, cifre da capogiro: 300 miliardi di lire per la realizzazione della struttura ed ancora miliardi spesi in cassa integrazione per oltre 550 ex dipendenti, che hanno percepito gli ammortizzatori sociali per oltre 23 anni a fronte di una sola settimana di lavoro, tanto è durata l’avventura della Liquichimica.
Il servizio televisivo ha cercato di fare chiarezza anche sul problema dell’inquinamento che la centrale ha prodotto e che in realtà continua a produrre, dato che tutti i progetti di bonifica approvati e soprattutto finanziati in questi trent’anni hanno portato ad un nulla di fatto.
Si è sempre parlato della bonifica del laghetto che è adiacente alla centrale: bene, ma perché non si parla del vergognoso abbandono di tonnellate di amianto e di altri agenti inquinanti classificati come rifiuti speciali? anche questi sono altamente cancerogeni e non solo le bioproteine che il polo industriale avrebbe dovuto produrre.
Anche questi progetti di risanamento – che poco o niente hanno risanato altrimenti non saremmo ancora qui a parlarne – non sono stati un inutile spreco di denaro pubblico?
Striscia la notizia però, avrebbe dovuto parlare anche delle iniziative positive che riguardano il sito.
Gli amministratori locali, sanno, infatti, che l’area va senza dubbio recuperata, resa agli antichi splendori e soprattutto fatta diventare sicura per l’ambiente e per tutti gli abitanti del comprensorio.
Era necessario, dunque, proporre soluzioni capaci di riscattare il territorio, convertendo la Liquichimica in qualcosa che potesse essere “salutarmente produttivo”; e qual è la cosa più geniale che si sono inventati? Creare una centrale che produca energia. Niente di strano fin qui, peccato che la centrale dovrebbe essere a carbone. Già a carbone! Ma i combustibili fossili, non erano inquinanti?
Forse in Calabria i nostri amministratori non sono ancora venuti a conoscenza dell’energia rinnovabile, o forse si? Magari dopo la conversione della centrale chimica si accorgeranno che il carbone inquina e allora potranno chiedere nuovi fondi per una riconversione. Il TAR del Lazio decide il prossimo 27 febbraio sulla realizzazione o meno della centrale a carbone, intanto, come direbbe Totò, è proprio il caso di ripetere: “…e io pago”.
- PS: Di seguito riportiamo la nota inviata dalla Società SEI Spa sul servizio di Striscia:
In merito a quanto trasmesso dalla trasmissione Striscia la Notizia, la Società smentisce categoricamente la notizia secondo cui i rifiuti ripresi nel suddetto servizio ricadrebbero sul proprio terreno e quindi la loro gestione sarebbe di responsabilità della stessa società. Il Progetto SEI interessa solo una parte dell’area industriale di Saline Joniche. Sull’area interessata dall’impianto sono stati fatti tutti i controlli e sono state adottate tutte le misure di sicurezza in linea con quanto previsto dalla legge. La Società conferma pertanto che l’area su cui giacciono i rifiuti ripresi nel servizio di Striscia la Notizia non é di sua proprietà.