Calabria, le gemelle Scarpari, reduci dal successo di “Ti lascio una canzone” sono state ricevute a Palazzo Campanella

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gemelle scarpari a palazzo campanellaTutto è iniziato per gioco, ma adesso il canto non è solo una grande passione, ma anche una scommessa con noi stesse. E soprattutto non vogliamo deludere il pubblico che da casa, tra cui tanti calabresi, ci ha sostenuto e ha puntato su di noi”.

Così, le gemelle Martina e Chiara Scarpari che all’esordio assoluto, hanno vinto due puntate consecutive del programma “Ti lascio una canzone”  in onda su “Rai Uno”, si esprimono in occasione dell’incontro che hanno avuto nello studio del presidente Francesco Talarico e che è stato promosso dal consigliere regionale, nonché presidente della seconda Commissione, Candeloro Imbalzano.

Nel corso della riunione, alla quale  hanno partecipato anche il padre delle due promesse calabresi, Rocco ed il sindaco di Varapodio Orlando Fazzolari, Talarico ed Imbalzano si sono vivamente congratulati per il talento, che ha conquistato il pubblico italiano, ed anche per il messaggio che le due giovanissime artiste hanno saputo veicolare di una regione positiva e che vuole lasciarsi alle spalle stereotipi e pregiudizi.

“Conosco da tanto la storia di queste splendide ragazze che, con grande determinazione e dall’alto della loro bravura, riescono a trasmettere emozioni forti, unendo al dono di una voce straordinaria una potenza scenica fuori dal comune- esordisce Candeloro Imbalzano- . Per quanto ovvio, rivolgo un invito sentito a tutti i calabresi sostenere sempre di più, con il loro voto, in vista della finalissima, Martina e Chiara che sono già diventate un orgoglio dell’intera regione”.

“Con Martina e Chiara a scendere in campo- e ci auguriamo sia per il successo finale- è la Calabria migliore e competitiva, che getta il cuore oltre l’ostacolo – sottolinea Talarico-. E’ la Calabria che ritroviamo anche nella bella storia di Vincenzo Carnì, anche lui protagonista nella stessa trasmissione che, quanto prima, avremo il piacere di ospitare nella Casa dei calabresi”.      

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