Non tutti invece conoscono l’origine della denominazione “ottomana, né sanno che la corte imperiale ottomana organizzava dei tornei di poker tra i più grandiosi.
Gli eventi organizzati nell’Impero Ottomano passarono alla storia per due caratteristiche molto particolari.
La prima consisteva nel fatto che si giocava con ben quattro dealer per tavolo: uno mischiava le carte, uno le distribuiva, uno contava le fiches e l’altro dichiarava il punteggio.
Dal fatto che ben otto mani gestivano il gioco derivò appunto la denominazione di quell’impero.
Tale caratteristica rendeva i tornei molto costosi, ma decisamente impeccabili sotto l’aspetto dello svolgimento del gioco.
La seconda particolarità consisteva nel fatto che tutti i dealer dovevano essere necessariamente eunuchi.
Essere dealer era un privilegio e tutte le famiglie facevano a gara per poter fornire almeno un dealer al Sultano.
I giovani prescelti, fin dall’adolescenza, venivano sottoposti ad una rigida scuola che durava diversi anni, ma che avrebbe consentito loro di avere un posto ben retribuito ed assicurato per tutta la vita e che, tutto sommato, poteva giustificare il fatto di doversi sottoporre alla castrazione.
Gli storici si sono a lungo interrogati sul perché i dealer dovessero avere proprio quell’insolita caratteristica fisica.
Finalmente, dopo lo smembramento dell’Impero Ottomano, alla fine della prima guerra mondiale, gli archivi di Costantinopoli furono aperti agli studiosi di tutto il mondo.
Si apprese così che la scelta di avere solo eunuchi come dealer era unicamente motivata da questioni di bon ton, elemento molto sentito alla corte del Sultano, come peraltro in tutte le corti reali.
Infatti, solo così veniva definitivamente scongiurata l’eventualità che i dealer, nei momenti di pausa, che erano molti a causa dell’eccessiva frammentazione dei ruoli, si potessero grattare gli attributi.
Saverio Spinelli