Ilaria Alpi: 20 anni fa l’omicidio della giornalista a Mogadiscio

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E’ ancora fitto il mistero sulla morte della giornalista del Tg3 Ilaria Alpi, uccisa esattamente vent’anni fa a Mogadiscio insieme all’operatore Miran Hrovatin. I due vennero ammazzati a colpi d’arma da fuoco davanti all’hotel Hamana dopo aver trascorso alcuni giorni nel nord est della Somalia, a Bosaso e sulla strada nel deserto costruita fra il 1986 e il 1989 dalla cooperazione italiana. La Alpi e Hrovatin si trovavano nel paese africano per per documentare il ritiro delle truppe italiane dopo il fallimento della missione multinazionale ”Restor Hope” e – come ricorda una nota dell’Associazione Stampa Romana – Ilaria aveva scoperto un traffico illecito di rifiuti tossici, oltre che di armi, dall’Italia alla Somalia: sapeva di una nave sequestrata dal sultano di Bosaso, parte della flotta donata da Bettino Craxi all’ex dittatore Siad Barre. La cronista era stata minacciata, ma aveva proseguito nelle indagini. Nel corso dell’indagine svolta in Italia, molte fonti confidenziali della Digos e del Sisde ipotizzarono una regia precisa nell’agguato, stablito nel corso di una riunione fra italiani e somali. Ma quando i magistrati chiesero ai servizi di poter interrogare quelle fonti, l’allora direttore generale Mario Mori rispose invocando l’articolo 203, ovvero la riservatezza sull’identita’ di un testimone. Oggi le indagini sono ancora aperte, dopo una prima richiesta di archiviazione della procura di Roma del 2007, respinta dal gip. ”Sono schifata da questa giustizia”, ha detto la madre di Ilaria, Luciana, nei giorni scorsi. ”Ilaria aveva toccato il segreto piu’ gelosamente custodito in Somalia: lo scarico di rifiuti tossici pagato con soldi e arm. La verita’ e’ che c’e’ un filo invisibile che lega la morte di mia figlia alle navi dei veleni, ai rifiuti tossici partiti dall’Italia e arrivati in Somalia. Ci sono documenti che lo provano. Ci sono le testimonianze dei pentiti. Eppure nessuno ha avuto il coraggio di processare i colpevoli”. Finora a farne le spese e’ stato solo Hashi Omar Hassan, un miliziano arrivato a Roma per testimoniare sulle presunte violenze di militari italiani ai danni della popolazione somala, probabilmente utilizzato come capro espiatorio dai nostri servizi segreti. Arrestato e rinviato a giudizio, Hassan e’ stato assolto in primo grado, condannato all’ergastolo in appello e quindi a 26 anni definitivamente in Cassazione. Il ministro degli Esteri, Federica Mogherini, ha incontrato ieri la mamma di Ilaria, promettendo ”l’impegno suo personale e del governo per l’accertamento della verita’ sulle circostanze dell’uccisione” e oggi partecipera’ all’inaugurazione al museo Maxxi di Roma di una mostra fotografica dedicata alla giornalista. Raitre la ricordera’ con un programma in prima serata alle 21, intitolato ”La strada della verita”’, al quale parteciperanno fra gli altri Luciana Alpi, Dario Fo, Roberto Saviano e Dacia Maraini.

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