I fatti si riferiscono al 26 febbraio scorso, quando presso il porto di Pozzallo (Rg) giungevano tre imbarcazioni della Guardia Costiera che poco prima avevano soccorso in mare un natante con a bordo 218 cittadini extracomunitari, quasi tutti di nazionalità eritrea che, dopo le prime cure e le successive fasi di identificazione, sono stati tutti ospitati presso il Centro di primo Soccorso e Assistenza di Pozzallo (Rg).
Dalle indagini immediatamente avviate, e dalle interviste effettuate, era tangibile nei predetti la paura di parlare stante la presenza tra loro degli scafisti e dopo una non facile opera di convincimento, alcuni di loro riferivano al gruppo interforze le modalità del loro lungo viaggio, delle speranze e dei rischi occorsi e nella circostanza fornivano precise indicazioni su colui che aveva materialmente condotto l’imbarcazione e sul complice che aveva il compito di occuparsi dei motori, consentendo pertanto ad identificare i predetti cittadini tunisini che, come detto, sono stati posti in stato di fermo e condotti presso la Casa Circondariale di Ragusa a disposizione dell’Autorità Giudiziaria Iblea.
Sono tuttora in corso le indagini tese ad identificare degli altri componenti dell’associazione.