I due protagonisti, Marianna e Orlando, interpretati rispettivamente da Margot Sikabonyi e Alessandro Tiberi, sono gli unici ad apparire sulla scena, o per meglio dire nelle cento scene che caratterizzano i 75 minuti di spettacolo. Orlando fa l’apicoltore, Marianna lavora proprio nel campo della fisica quantistica.
Si spengono le luci: lo spettatore si trova immerso in un’atmosfera spaziale e assiste, quasi incredulo, al variare costante delle situazioni che la giovane coppia potrebbe trovarsi a vivere. Perchè secondo una delle teorie della fisica quantistica ci possono essere un numero infinito di universi e con essi infinite possibilità che le nostre storie si svolgano in modi diversi, talora opposti tra loro.
Il testo, immerso in una serie di feedback, che piano piano si dipanano svelando tutti gli elementi utili alla comprensione, ma anche a una libera interpretazione delle variabili infinite, è dell’inglese Nick Paine, la regia di Silvio Peroni, scene e costumi di Marta Crisolini Malatesta e disegno e luci di Valerio Tiberi. Lo spettacolo è prodotto dal Teatro Stabile d’Abruzzo e Khora.teatro. Il testo è risultato inoltre vincitore del “The evening standard best play award 2012” e finalista dell‘”Olivier Award 2012″ come miglior nuovo testo.
“Costellazioni” dimostra che ci sono infiniti modi in cui gli eventi possono verificarsi e allo stesso modo infinite reazioni da parte nostra per affrontarli, che sia una proposta di matrimonio, o la scoperta di avere un male incurabile, o lo stare insieme a una persona. Lo spettatore viene catapultato velocemente in una serie di situazioni contrastanti: partire-restare, guarire-morire, sposarsi- non sposarsi, tradire-non tradire. Ci sono modi infiniti di prendere una decisione e i due attori ce lo mostrano in maniera impeccabile, adattandosi repentinamente a ogni nuova situazione: eloquenti sono le loro movenze che mutano al mutare della possibile reazione alla variabile che si trovano a vivere. Riescono a sdoppiarsi, triplicarsi, senza limite, sfiorando ora il tragico (vedi il tema della malattia), ora il comico (una semplice lezione di ballo in cui ci si incontra e si appare impacciati).