Reggio, le bugie sul “Museo chiuso” e le grinfie della burocrazia che dilata i tempi della giustizia

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Partiamo da un fatto: il Museo Archeologico di Reggio Calabria è aperto. Dopo l’inaugurazione del 21 dicembre scorso, non ha mai chiuso e anzi in meno di tre mesi ha già accolto oltre 60.000 visitatori. Un successo non indifferente per struttura rinnovata che ospita i Bronzi di Riace, protagonisti del nuovo straordinario spot turistico della Regione Calabria in onda nei prossimi giorni su tutti i canali TV nazionali.
E’ stato un articolo, stavolta puntuale e preciso, di Sergio Rizzo pubblicato l’8 marzo sul Corriere della Sera a sollevare un nuovo polverone di polemiche sul Museo di Reggio Calabria, su cui però manca chiarezza. Nell’articolo vengono denunciate le clamorose lentezze della giustizia italiana che, tra ricorsi al Tar e continui rinvii, sta provocando un inevitabile slittamento dei tempi di riapertura delle altre ale del Museo ancora chiuse perchè, pur completate, devono essere realizzati gli impianti climatici e allestite le mostre degli straordinari reperti ancora conservati nel deposito dello scantinato. Sono 4 piani interi che ospiteranno tutte le eccezionali bellezze storiche della Magna Grecia, di cui Reggio Calabria è simbolo vissuto.

Il problema, come spiega Rizzo sul Corriere, è che il consorzio Research “contesta l’esito della gara vinta da una cordata di cui fanno parte le società Set up live, Protecno e la cooperativa Gnosis, chiedendo la sospensiva. Che però il Tribunale amministrativo respinge. A concederla ci pensa invece il Consiglio di Stato, i lavori rimangono ancora bloccati e quindi la decisione sul merito della questione, rimbalza di nuovo al Tar. Che ha fissato l’udienza per il mese di luglio. Se il tribunale confermerà il risultato della gara, allora i lavori potranno riprendere, ma non termineranno prima di cinque mesi: tra la fine del 2014 e l’inizio del 2015. Nella migliore delle ipotesi, ovviamente. E sempre che la decisione del Tar non venga seguita da un ulteriore ricorso al Consiglio di Stato. In quel caso, è tutto da vedere. Se invece il Tribunale amministrativo darà ragione a chi ha promosso la causa, si dovrà rifare la gara“. Insomma, tempi lunghi della giustizia e della burocrazia che dilatano i tempi per il completamento di un Museo che, comunque, è e rimane aperto pronto ad accogliere tutti i turisti. A prescindere dai ritardi per il completamento dell’opera, bastano anche solo i Bronzi per lasciarli incantati a bocca aperta.

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