Ucraina, verso referendum in Crimea: diplomazia Usa- Russia in affanno

StrettoWeb

L’Ucraina si prepara oggi, in un ambiente carico e pronto ad esplodere, al ‘voto’ del referendum in Crimea, che potrebbe portare, nonostante la minaccia di sanzioni rigide, la penisola di fatto in Russia e spingere cosi’ le tensioni Est-Ovest ad un punto di rottura. Fallito il tentativo last minute degli Stati Uniti di trovare una soluzione diplomatica, con Mosca che ha rifiutato ogni decisione prima di conoscere l’esito del referendum. La maggioranza di lingua russa della strategica penisola del Mar Nero ha cosi’ due scelte, predisposte per la consultazione dalle nuove autorita’ filo-Mosca sorte in risposta alla rivolta pro-Ue di Kiev: si puo’ infatti sia votare per l’unione con la Russia che, pero’, per ”il significativo rafforzamento dell’autonomia della Crimea all’interno dell’Ucraina”. I leader occidentali sono comunque pronti a far aumentare la pressione in queste ore prima di un voto che come e’ immaginabile sarebbe facilmente rivolto verso l’opzione russa nonostante il malcontento della minoranza musulmana tatara che costituisce il 12 per cento della popolazione totale della Crimea. Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu votera’ oggi una risoluzione proprio contro il referendum. ”L’unico obiettivo sarebbe quello di ottenere l’astensione dei cinesi ed isolare cosi’ la Russia ulteriormente”, e’ il commento di un diplomatico del Consiglio. Il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon ha chiamato il presidente russo Vladimir Putin ieri, parlando poi di soluzioni ancora possibili ma ”e’ chiaro che siamo a un bivio”. Intanto pero’ i ”giochi di guerra”, segnala l’AFP, prosegiono, con 8000 soldati russi vicini al confine orientale dell’Ucraina, mentre aerei da ricognizione della Nato e degli Stati Uniti pattugliano i cieli dell’Ue a ovest.

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