USA: scattare foto sotto la gonna non è reato, ecco la legge che ha scatenato moltissime reazioni

StrettoWeb

Scattare foto sotto la gonna di una donna non è reato. Lo ha stabilito l’Alta Corte del Massachusetts (USA) con una sentenza, che sta facendo molto discutere, e che tecnicamente legalizza l’upskirting, ovvero lo scattare foto sotto le gonne.

Secondo l’Alta Corte, la Peeping Tom law (La legge contro i “guardoni”) vieta lo spionaggio e le riprese video o fotografiche delle persone nude nel loro privato, ma non vieta la diffusa della nuova pratica conosciuta come upskirting, lo spiare sotto le gonne, che con l’evoluzione della tecnologia è diventato un modo per riprendere o immortalare le forme femminili per strada o sui mezzi pubblici e poi spesso condividerle con altri utenti sui social network.

La sentenza ha assolto un uomo che nel 2010 era stato colto nella metropolitana di Boston intento a spiare e fotografare il lato B di una donna. La motivazione è che, secondo il giudice Margot Botsford, visto che la donna non era nuda sotto la gonna, la legge contro i guardoni non è applicabile. La legge recita che solo le persone nude o seminude vanno protette dalla curiosità altrui, non quelle completamente vestite e le donne dotate di gonna e mutande rientrano in quest’ultima categoria.

Sia Facebook che Twitter in queste ore sono pieni di commenti, proteste infuocate e promesse di battaglia da parte di moltissime cittadine statunitensi e non solo. La “depenalizzazione” del voyeurismo maschile nei confronti delle donne che indossano gonne più o meno corte, va detto, è condizionata alla premessa che le eventuali foto scattate dal guardone di turno non riguardino le parti intime senza lingerie.

Le reazioni e perplessità scatenate dalla sentenza, stanno sollecitando i diversi legislatori a chiudere in fretta questa falla nella Peeping Tom law affinché spiare le donne sotto le gonne sia considerato un reato.

Condividi