Tali importi possono essere prenotati dalle piccole e microimprese che ricadono nei territori identificati come ZFU a partire dalla data di apertura della procedura (4 marzo) fino al quella di chiusura (23 maggio). Il finanziamento segue la regola del de minimis: richiesta massima 200.000 euro (eccetto le imprese dei trasporti che possono richiedere 100.000 euro). L’attribuzione del beneficio alle singole imprese avverrà con il metodo del riparto: sulla base del complessivo richiesto sulla singola zona franca urbana (nei circa tre mesi di apertura della finestra), rapportato alla dotazione finanziaria, sarà riconosciuta una percentuale dell’agevolazione richiesta.
“Questa modalità di riparto – spiega Genovese – unita alla relativa facilità di richiesta delle agevolazioni, all’ampia platea dei soggetti agevolabili e alla estensione degli ambiti urbani definiti ZFU (basti pensare al caso di Messina in cui la zona franca urbana, partendo dal porto finisce per raggiungere l’area artigianale di Larderia) danno vita al serio rischio di una effettiva frammentazione delle risorse attribuite alle imprese, si stima circa 10/15.000 euro a richiedente. Tale ripartizione, a parte un momentaneo beneficio, non avrà alcun effetto sulla depressa economia del territorio”.
“A Messina, quindi, – sostiene il segretario generale della Cisl di Messina – il provvedimento è più contenitivo che espansivo, si punta cioè ad evitare che le aziende licenzino o si spera facciano emergere lavoro nero. Ancora è presto per tirare le conclusioni, ma la sensazione è che il bando ZFU Sicilia rappresenti l’ennesima occasione perduta per il meridione”.