Giuseppe Scopelliti, l’ex presidente della Regione Calabria, il 28 marzo scorso si è dimesso dopo la lettura della sentenza di condanna di primo grado a sei anni di reclusione per abuso e falso a cui si aggiunge l’interdizione perpetua dai pubblici uffici. Le condanne si riferiscono agli anni in cui Scopelliti era sindaco di Reggio Calabria. Oggi ha accettato di entrare nell’arena di Panorama d’Italia nel momento intitolato “Presidente mi spieghi…” e di rispondere alle domande che i cittadini ci hanno inviato via Facebook, Twitter e via mail. Ecco cosa ha risposto, iniziando dalle domande poste dal direttore di Panorama Giorgio Mulé, che l’ha ringraziato per aver accettato di partecipare al dibattito in un momento così difficile riconoscendo in questo gesto un “atto di trasparenza verso Reggio“.
Si preannunciava una mattinata “calda” al Cilea, tutti aspettavano di poter sentire parlare l’ex Presidente dopo la condanna a sei anni nell’ambito del processo Fallara. “Mi racconti Presidente” questo il titolo dell’appuntamento, nasce prima della discussa sentenza, sarebbe stato facile per Scopelliti ritirarsi dall’impegno, ma ha deciso di confermare la sua presenza senza mettere mai in dubbio di essere sul palco stamani.
“Iniziamo dalla fine o dall’inizio?” chiede il giornalista di Panorama, dopo un sorriso d’intesa si parte ricostruendo la sua vita politica, da quando con circa il 52% dei consensi in un momento storico particolare nel quale governo nazionale, regionale e provinciale erano in mano al centro sinistra, venne eletto Sindaco di Reggio Calabria a soli 36 anni, per poi essere confermato 5 anni dopo con il 72% dei consensi, un voto plebiscitario.
Scopelliti con un po’ di reticenza inizia a scagliarsi contro una ipotetica “lobby” che pretendeva di dettare le scelte per la città, l’ex Governatore dice di essersi tirato addosso le inimicizie di molti fin da subito perché ha avuto il coraggio di rompere questa leadersheep. Ha avuto la temerarietà di portare a Reggio una politica libera. Scopelliti era un problema perché non era un uomo manovrabile: “Io non sono mai stato né ricattato né ricattabile. Ora che ho rassegnato le dimissioni sono ancora più libero di dire altre cose che ho taciuto”.
Scopelliti racconta come il 2002 fu un anno difficile, perché molti tentarono di ostacolare la sua candidatura a Sindaco: “alla fine vinsi perché la sinistra non era credibile, nessuno poteva prendere il testimone di Falcomatà – poi ha continuato – egli ricevette almeno 50 avvisi di garanzia, questo centro destra ha dimostrato la sua correttezza, in quegli anni non infierì mai su Falcomatà, usiamo sempre il giudizio politico, lo rispettammo tantissimo, anche perchè secondo noi pagò scelte che qualcuno pensava di imporre, ebbe coraggio, e portò la città a sperare”.
Nonostante l’elogio al compianto Sindaco di centro sinistra, Giuseppe Scopelliti sferra una critica amara nei confronti della famiglia Falcomatà, avrebbe voluto anche una minima manifestazione di solidarietà che invece non è arrivata: “quando subisci certi meccanismi e dopo li vedi replicare su un’ altra persona come è successo a me, devi dimostrare solidarietà. Loro, forse, hanno fatto prevalere il colore politico sul buon senso”.
I toni si sono scaldati quando hanno fatto irruzione in platea gli striscioni dei lavoratori della ex Multiservizi. Hanno dichiarato di essere lì perché Panorama e le altre testate nazionali parlino dei loro problemi e per dimostrare la loro vicinanza e riconoscenza all’ex Presidente della Calabria. Bruno Tomaselli rappresentante sindacale ha dichiarato per StrettoWeb: “non ci importa la sentenza o la bandiera politica, Giuseppe Scopelliti ha fatto tanto per noi”.
Inutile dire che il direttore di Panorama ha posto l’accento sul caso Fallara e sulla condanna, era impossibile non parlarne.
L’ex Governatore ha risposto: “rispetto i giudici, ma in questo processo qualcosa non va. C’è stata, a mio avviso, una scorretta interpretazione della legge. S’è detto “Scopelliti firmava”, ma cosa? Credo nella buona fede dei magistrati, ma io vengo condannato per avere sottoscritto il bilancio falsificato come legale rappresentante di un ente. Come si può ignorare che un atto del genere segue un iter d’approvazione lunghissimo, complicato e che coinvolge decine e decine di soggetti: Giunta, Consiglio, Revisori dei Conti. Il Bilancio è un atto collegiale, i suoi contenuti vengono discussi collegialmente, perché indagare e condannare solo me tra gli esponenti politici?”
Continuando animatamente ha ribadito l’incongruenza dell’accusa, ricordando come il bilancio 2009 è stato firmato da Raffa, che però non è stato nemmeno citato.
Su Orsola Fallara e sul suo suicidio fa dichiarazioni sconcertanti che chiamano in causa esponenti del centro sinistra reggino, gli stessi che hanno denunciato i fatti che hanno portato ad aprire il caso: “Orsola solo qualche ora prima di suicidarsi fece i loro nomi dicendo che se mai le fosse successo qualcosa loro in qualche modo ne sarebbero stati responsabili”. Difficili da digerire le dichiarazioni di Scopelliti che oggi ne ha avute davvero per tutti: “come può un ex Sindaco fare il Ministro (Maria Carmela Lanzetta, ndr) dopo aver portato il suo Comune al dissesto finanziario? Renzi se ne renda conto e Alfano non si giri dall’altra parte facendo finta di niente!”
La chiacchierata è continuata accesa, ma anche divertente. L’idea che oggi Giuseppe Scopelliti ha dato a tutti è quella di un politico che ha ancora tanto da dire, che non si fa abbattere dagli eventi, che risorge dalle sue ceneri; qualcuno dalla platea grida: “siamo combattenti”, lui replica con un sorriso “siamo dei guerrieri” .
Queste le parole di Scopelliti:
“Nel 2002 quando arrivo a fare il sindaco di Reggio Calabria, dopo il sindaco Falcomatà, la città aveva un profondo senso di appartenenza.
Credo ci stato sempre in città un gruppo che voleva guidare le scelte in merito alla città. Io da sindaco ho avuto il coraggio di dire che la politica fa la politica, occupa il suo spazio e non deve fare sconti a nessuno. Questo è suonato come un campanello di allarme: “Scopelliti non è controllabile”.
Questo gruppo è trasversale: investe una ristretta cerchia di giornalisti locali, una parte dei palazzi del potere… e ha condizionato gli ultimi 30 anni. È una lobby. Non l’ho denunciata, ho fatto le mie battaglie con le istituzioni e le ho vinte. Qualcuno fraintende quando scrive “Scopelliti adesso non è più ricattabile”. No, i ricattati ora siete voi. Spogliandomi dalla funzione di Presidente della Regione, avrò la possibilità di dire molte cose. Io credo nella buona fede dei magistrati ma i magistrati non hanno idea di cosa significhi fare gestione della cosa pubblica. Dovrebbero essere presenti nella gestione per capire. C’è un’interpretazione non corretta della legge. Il sindaco del comune di reggio calabria e qualsiasi sindaco, percepisce molto meno di un dirigente perché il dirigente è pagato per prendersi delle responsabilità. Se un dirigente mi porta un atto che io devo firmare, lo firmo! Il dirigente si assume una responsabilità e io sono convinto che abbia seguito tutte le procedure dovute. Perché da domani ogni sindaco è un sindaco “a rischio”. Il bilancio viene portato in giunta, discusso, approvato o modificato… il Consiglio ne verifica la veridicità. I consiglieri si esprimono e votano. Il sindaco, poi, in qualità di rappresentante legale dell’ente, lo sottoscrive. Per quella firma finale io sono stato condannato. Poi qualcuno ha aggiunto che io con la Fallara truccavo il bilancio. Ma dove sono gli atti, le prove, le intercettazioni che lo dimostrano? la Fallara è Stata indotta al suicidio. Vittima di campagna mediatica denigratoria conoscevo Fallara da bambina, si vergognava per aver tradito mia fiducia. Se fosse viva avrebbe detto verità Fallara si è liquidata somme esagerate dopo che io non ero più sindaco. Firmavo 250 e lei incassava 12.500. Oggi qualsiasi amministratore che firma un atto è a rischio di condanna. Ma mi sembra che ci siano due pesi e due misure. La Lanzetta con il bilancio in dissesto da sindaco oggi fa il ministro. Questa è l’Italia che deve cambiare! perché sono due Italie: quella del centro destra e quella del centrosinistra! Renzi lo deve sapere. E non si può girare dall’altra parte, come non può farlo Alfano e tutto il centrodestra!”. Mi hanno chiesto di candidarmi alle europee ma io non mi sento nelle condizioni di fare una campagna elettorale. L’unica cosa che ho chiesto ad Alfano è: tutela me e la mia famiglia. Questa è una terra a cui si vuole togliere la speranza. Con i commissari rischiamo di tornare indietro di 30 anni. Hanno provocato il deserto in città. la città deve subire l’umiliazione del commissariamento. Io e Arena vogliamo capire perché hanno deciso a Roma. Con le società miste avevamo risanato sistema, rotto meccanismi di connivenza e spreco soldi pubblici. Reggio non era più la città dei morti ammazzati. Io tenevo in piedi la città con un messaggio “Reggio, metropoli dell’amore”, un messaggio di una città diversa. Era il processo che si era innescato a essere virtuoso. Certo, oggi nessuno può dire che la città era diventata una grande città anche perché è diventata metropolitana nel 2008 grazie alla forza del suo sindaco. Era una città dove si parlava alle famiglie, si cercavano di tutelare le famiglie, i bambini: abbiamo abbattuto scuole che erano a rischio sindaco, tolto la tarsu alle giovani coppie per i primi due anni di matrimonio. Questa è una città che ha cercato di fornire risposte a tutti: agli anziani, ai bambini, ai portatori di handicap. Non era una distribuzione di prebende. Era attenzione. Il buco che è stato denunciato non era dell’amministrazione Scopelliti ma veniva da coloro che mi hanno denunciato. Noi abbiamo fatto 265 opere contro le 18 precedenti. Ho speso di più perché sapevo che si poteva spendere. Ma a Roma, Milano, Napoli… dove ci sono buchi peggiori del nostro c’è lo stesso odio che c’è qui a Reggio? Ci sono Stati giornalisti che con amministrazione Loiero si sono riempiti tasche di soldi. Faremo nomi“.
LE FOTO DI SIMONE PIZZI PER STRETTOWEB: