Per quanto concerne la realtà di Messina, bisogna partire dal dato dell’affluenza in città: la partecipazione di 74.484 elettori, pari al 37,9% degli aventi diritto, rappresenta un campanello d’allarme. Non siamo il fanalino di coda dello Stivale, ma poco ci manca, con buona pace di quanti invitano alla responsabilizzazione e al cambiamento “dal basso”, un cambiamento declinato – in teoria – secondo i principi della partecipazione attiva. Bene, se confrontiamo le cifre coi numeri in nostro possesso relativi alle tornate precedenti, vediamo come la forbice fra gli aventi diritto e gli effettivi votanti si sia ulteriormente ampliata: meno 6% rispetto alle scorse europee, meno 24% rispetto a quelle del 1999. Sintomo, questo, di un distacco evidente del cittadino-medio dalla vita politica della comunità, a dispetto dei criteri di selezione (laddove la possibilità di esprimere tre preferenze avrebbe dovuto innescare una sorta di effetto-traino).
Messina, bilanci dopo le Europee: il PD resta spaccato, FI guarda al futuro. Bene Germanà, Rizzo e Saija
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