Speciale Elezioni Spadafora 2014: intervista al candidato sindaco Giuseppe Pappalardo

StrettoWeb

di Sofia San Martino – La prossima domenica gli elettori del Comune di Spadafora dovranno scegliere quale, tra le due liste in competizione, dovrà amministrarli per i prossimi cinque anni. Il sindaco uscente, Giuseppe Pappalardo, si è candidato alla guida del paese anche per il prossimo quinquennio. La sua Lista è “L’altra Spadafora” (vedi articolo: Speciale Elezioni Spadafora (Me), ecco la lista “L’Altra Spadafora” con Giuseppe Pappalardo sindaco) ed ecco come parla ai microfoni di Strettoweb.

 Si presenti, innanzitutto come uomo e come cittadino.

Penso che mi conoscono già tutti: sono nato a Spadafora, sono un medico di base e ho due specializzazioni, una in geriatria e una in cardiologia. Avendo a che fare con gli ammalati, mi occupo molto di sociale.

 Lei è il sindaco uscente, proviamo a fare un bilancio degli ultimi cinque anni.

In verità sono molto contento di quello che abbiamo prodotto in questi cinque anni, perché portare più di 13 milioni di euro senza mutuo, in questo momento, è stato veramente difficile. E per questo devo ringraziare tutti i componenti della mia lista, è stato un lavoro certosino, un lavoro di squadra, che ci ha permesso di ottenere questo grande risultato. È chiaro che gli altri paesi da una parte ci ammirano, dall’altra ci invidiano: loro sono fermi, non  stanno realizzando lavori pubblici. E questa non può essere stata solo fortuna, evidentemente c’è stato anche dell’altro.

 A suo parere, poteva essere fatto qualcosa in più?

Sicuramente sono stati fatti degli errori. D’altra parte chi lavora può anche sbagliare e noi non ci sentiamo infallibili. Poteva essere fatto di più, soprattutto se avessimo avuto la maggioranza in consiglio: noi abbiamo svolto il nostro lavoro pur essendo in minoranza per metà del nostro mandato. E questo è un altro grande merito della nostra amministrazione.

 Qual è stata la più grande difficoltà affrontata dall’amministrazione Pappalardo?

La difficoltà più grande è stata quella di intercettare i finanziamenti, ma ci siamo riusciti, soprattutto se facciamo il paragone con gli altri paesi. Parlo di quelli vicini, Venetico, Rometta, Villafranca, Torregrotta: a parità di abitanti, il nostro è stato il paese che ha ottenuto più finanziamenti da parte della Comunità Europea in tutta la Sicilia. Questo è un dato rilevante, soprattutto se si considera il fatto che abbiamo lavorato per metà del nostro mandato in opposizione, subendo le diavolerie del consigliere Romano, che di volta in volta decideva per cosa si doveva votare “sì” e per cosa si doveva votare “no”. Io sono sicuro che un’opposizione come quella che abbiamo avuto noi in questi anni – sotto la regia del consigliere Romano che bocciava la riunificazione dei due cimiteri, o la costruzione di nuovi alloggi popolari, o la riqualificazione del marciapiede del lungomare o di quello del centro commerciale naturale – non esiste al mondo. Io penso che tutto si possa mettere in discussione, ma penso anche che un’opposizione così selvaggia non sia costruttiva.

 Se dovesse vincere la sua lista, quali progetti avete in serbo per Spadafora?

Ci sono molte opere di cui abbiamo ottenuto il decreto, abbiamo ricevuto un’eredità pesante, in cui non c’era nessun progetto in giacenza. Quindi abbiamo dovuto redigere i progetti, farli finanziare, aspettare il decreto, fare la gara d’appalto, gestire i ricorsi di chi arrivava secondo alla gara: per queste opere, quindi, ci sono stati dei ritardi. Perciò, la prima cosa da fare è completarle. Alcuni esempi: il parco urbano, la riqualificazione del lungomare, la messa in sicurezza della discarica in contrada Casazza e tutto ciò per cui abbiamo ottenuto i 13 milioni e 800 mila euro in finanziamenti. Il mio collega Rizzo, il sindaco di Venetico, a proposito del ponte Cucuzzaro ci voleva far fare un mutuo. Ma io gli ho risposto che se vuole essere più bravo di me non deve proporre un mutuo, ma un finanziamento. Io ero in grado di portarglielo e così ho fatto. Ho portato al mio paese un finanziamento di 1 milione e 42 mila euro, che riguarda non solo l’attraversamento, cioè il ponte Cucuzzaro, ma la messa in sicurezza del ponte fino a quello della ferrovia. Quindi si potrà realizzare una via parallela alla Nazionale anche per decongestionare il traffico. Questi sono i fatti, le chiacchiere le fanno gli altri.

 Perché ha deciso di ricandidarsi?

La mia ricandidatura nasce dal fatto che non sono riuscito a vedere tutte le opere che abbiamo progettato. Abbiamo fatto più di quello che abbiamo promesso cinque anni fa nel nostro programma elettorale. Per esempio, noi abbiamo avuto due consolidamenti e abbiamo anche subito due inondazioni che, chiaramente, non erano previste. Neanche i lavori per il ponte Cucuzzaro erano in programma.Quindi abbiamo fatto di più, nonostante siamo stati senza maggioranza in consiglio per metà del nostro mandato.

 Un ultimo appello ai suoi elettori.

Ai miei elettori vorrei dire che io sono sicuro che meritiamo la loro fiducia. È chiaro che non tutto è andato bene, ma se consideriamo che siamo stati senza maggioranza in consiglio, che ci sono stati consistenti tagli ai trasferimenti regionali e statali, se consideriamo che il momento è difficile ovunque e osserviamo ciò che è stato realizzato, possiamo trarre le conclusioni. Dai miei oppositori vorrei sapere una cosa: chi ha fatto meglio di noi? Perché altrimenti tutti siamo uguali, sia quelli che lavoriamo, sia quelli che parlano soltanto. È semplice parlare, invece noi parliamo con i decreti in mano. Io vorrei sapere dai miei oppositori quale comune ha fatto meglio di Spadafora negli ultimi cinque anni. Se guardiamo alle passate amministrazioni, che cosa hanno fatto? Portare questi 13 milioni di euro, 26 miliardi delle vecchie lire, noi abbiamo fatto questo, vorrei sapere quale precedente amministrazione ha fatto lo stesso. Nella storia di questo paese, non c’è stata nemmeno ai tempi d’oro un’amministrazione che abbia portato questi soldi. Vorrei che mi dicano chi ha fatto meglio, però ci devono portare i decreti, come li portiamo noi. Alla fine di questo mandato ho fatto una rendicontazione di ciò che è stato realizzato, perché mi è sembrato un dovere. Ne ho presentato una anche a metà del mio mandato: abbiamo le carte in regola, abbiamo i decreti che parlano per noi, non c’è bisogno di parlare. Se la gente guarda i decreti, dovrebbe darci la sua fiducia. Che ci paragonino a Villafranca, a Rometta, a Venetico, a Pace del Mela, a Torregrotta: gli altri paesi sono inguardabili sotto questo punto di vista. Il confronto lo accetto con chiunque, ma un confronto vero, fatto da carte, non da chiacchiere.

 

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