Dopo una lunga udienza, durata quasi 10 ore, il giudice del Tribunale di Barcellona, Maria Celi, ha condannato a 12 anni ciascuno Tindaro Calabrese e Carmelo D’Amico, entrambi attualmente detenuti in regime di 41 bis, nell’ambito del processo “Sistema 2”, scaturito a seguito della collaborazione di un imprenditore edile di Venetico costretto per oltre dieci anni a pagare il pizzo a Cosa nostra, la cosiddetta messa a posto. Un giro vorticoso di tangenti e forniture di cemento che la mafia imponeva alle imprese che si aggiudicavano lavori pubblici nel barcellonese. D’Amico e Calabrese, secondo l’accusa, imposero il pizzo all’impresa “Mediterranea Costruzioni” impegnata nei lavori di realizzazione del centro commerciale di Milazzo. Biagio Raffa, geometra della ditta Demoter, è stato condannato invece ad 1 e 2 mesi, con l’accusa di avere emesso false fatturazione per favorire l’impresa di D’Amico, nel tentativo di coprire il pagamento delle rate del pizzo. Il Pm Verzera aveva chiesto per gli imputati la condanna a 16 anni per D’Amico e Calabrese e 3 anni per Raffa. I legali di difesa sono stati Tommaso Calderone e Tino Celi.