Ecco i “batman” calabresi: 44 consiglieri regionali si facevano rimborsare viaggi, cene e anche la ristrutturazione della propria casa

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Si allarga l’inchiesta sui rimborsi d’oro ai consiglieri della Regione Calabria. Poco tempo fa finirono in 13 nel registro degli indagati, ora l’inchiesta condotta dal procuratore aggiunto Ottavio Sferlazza e dal pm Matteo Centini, fa luce su un giro di fatture “sospette” che mettono sotto accusa altri 31 consiglieri di Palazzo Campanella.

Le indagini del Comando della Guardia di Finanza, coordinato dal Colonello Alessandro Barbera, hanno permesso di scoprire rimborsi illeciti per spese tra le più assurde: l’iPhone, l’iPad, l’auto di lusso, il pieno del carburante, i viaggi all’estero. Ma anche le bollette della Tarsu, le multe per un parcheggio in divieto di sosta o eccesso di velocità, il detersivo, le spazzole dei tergicristalli, un weekend di relax a Montepulciano, le ricariche telefoniche e la ristrutturazione della casa. E per non lasciare niente di intentato anche un gratta e vinci, perché in questi tempi di crisi la fortuna va anche un po’ “stuzzicata”.

Si tratta chiaramente di fatture e scontrini che venivano pagati, (anche due volte, prima dal Consiglio e dopo dal gruppo d’appartenenza) con soldi pubblici, frutto dei sacrifici dei contribuenti.

La “rimborsopoli” calabrese rischia di coinvolgere tutto il Consiglio “sia a destra che a sinistra”; le furberie politiche, a quanto pare, non hanno colore partitico, ed il rischio è che sotto la lente della procura finiscano altri nomi eccellenti.

 Infatti, gli inquirenti hanno chiesto una proroga del termine ultimo per la chiusura delle indagini, per potere accertare altri movimenti finanziari che sono giudicati di dubbia liceità e che potrebbero interessare anche dirigenti e altri funzionari, impegnati a vario titolo con i diversi gruppi consiliari indagati.

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