E’ il caso di dirlo: il servizio idrico di Reggio ‘fa acqua da tutte la parti‘. Costi elevati per una fornitura di acqua che – quando arriva – ha elevata presenza di cloruro di sodio che ne impedisce il consumo alimentare. Come al solito, oltre al danno, pure la beffa!
“Mi è arrivata una bolletta di 1.858,30 euro. Un salasso vero e proprio per me che sono un semplice impiegato”. “Nel dettaglio delle voci, vi è un recupero presunto per l’utilizzo di acqua di circa 1.400 euro.” Una sorta di rimborso forfettario, quindi, non basato su di un calcolo effettivo dell’acqua consumata, ma su quella che verrà consumata in futuro.
Un criterio ingiusto, insomma, per tantissime famiglie di Reggio che già hanno difficoltà ad arrivare a fine mese, a cui si prospetta un pagamento altissimo a fronte di una fornitura di acqua davvero scadente.
L’avv. Cuoco, inoltre, ha spiegato come “la recente sentenza emessa dal Giudice di Pace di Reggio Calabria, su ricorso dell’Unione Nazionale Consumatori Calabria, con la quale è stata dichiarata l’illegittimità del pagamento della integrazione dell’acqua corrisposta dagli utenti nell’anno 2013 con riferimento al 2012, a proposito della quale l’associazione aveva chiesto di compensare tali importi, con le bollette/fatture successive” non sia stata presa in considerazione.
Lo sportello della Re.G.E.S. è preso d’assalto da utenti arrabbiati che chiedono chiarimenti sulle tariffe. Nonostante gli sforzi di governi locali e nazionali di rendere le amministrazioni vicine ai cittadini, in nome della semplificazione e della trasparenza, resta alto il divario che separa lo Stato, rigido tassatore, e il semplice cittadino, ‘affogato’, è il caso di dirlo, da tasse e bollette che deve pure strapagare.