Regione Calabria, tra 4 mesi il voto: la sfida sarà tra Wanda Ferro e Mario Oliverio?

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Si è conclusa di fatto ieri sera, in Consiglio Regionale, la legislatura ScopellitiStasi con la presa d’atto da parte del consiglio delle dimissioni dell’ormai ex governatore: a traghettare la Regione fino alle prossime elezioni sarà Antonella Stasi, 48enne di Crotone che è diventata la prima Presidente donna della storia calabrese, seppur solo “facente funzioni“.

La prossima legislatura, però, potrebbe vedere una Presidente donna vera e propria, eletta dai calabresi: si tratta di Wanda Ferro, 46enne di Catanzaro e Presidente della Provincia di Catanzaro da 6 anni. Nel 2008 è stata la prima donna eletta Presidente di una provincia calabrese. Nata e cresciuta politicamente nelle fila di Alleanza Nazionale, è quindi entrata nel PdL e ha scelto di rimanere in Forza Italia dopo la scissione col NCD di pochi mesi fa. Il centro/destra farà le primarie, ma è lei la strafavorita e – a meno di clamorosi capovolgimenti – sarà la candidata della coalizione composta da Forza Italia, Nuovo Centro/Destra, Udc, Fratelli d’Italia e altri movimenti dello stesso gruppo che ha governato la Regione negli ultimi 4 anni con Scopelliti.
Una coalizione che parte dal 34,64% ottenuto alle Europee (19,61% Forza Italia, 11,41% Nuovo Centro/Destra – Udc e 3,62% Fratelli d’Italia).

Dall’altro lato, per il centro/sinistra la partita delle primarie è decisamente più agguerrita: sono già scesi in campo Mario Oliverio, 61enne di San Giovanni in Fiore da 10 anni Presidente della Provincia di Cosenza, il Sindaco di Lamezia Terme Giovanni Speranza (60 anni), il reggino Demetrio Naccari Carlizzi che con i suoi 47 anni è il più giovane tra i 4 candidati, e il consigliere regionale Mario Maiolo, 51enne di Cosenza, che alle ultime europee è stato il più votato in assoluto in Calabria con 45.500 voti di preferenza (nella foto accanto).

Ieri la candidatura di Naccari ha fatto storcere il muso a molti esponenti del partito, perchè l’ex assessore reggino della giunta Loiero risulta rinviato a giudizio per la nota vicenda del concorso pubblico vinto dalla moglie agli Ospedali Riuniti di Reggio. Di recente hanno fatto molto discutere anche le intercettazioni che hanno smascherato le violente minacce da lui rivolte a un giornalista reggino. Inoltre bisogna anche considerare che a Reggio suo cognato, Giuseppe Falcomatà, è già candidato alle primarie del Pd per fare il Sindaco. In un momento in cui Renzi sta provando a dare un’immagine nuova e pulita del Partito Democratico, trasformare le elezioni a Reggio e in Calabria in una questione di famiglia non raccoglie entusiastici consensi all’interno dello stesso partito. Ma l’ambizione di Naccari e forte e ha deciso di ufficializzare la sua candidatura.
Le primarie dovrebbero tenersi entro fine giugno, ma anche qui i pronostici parlano abbastanza chiaro: Oliverio è il super-favorito.

La coalizione di centro/sinistra parte in leggero vantaggio, forte del 40,0% tondo tondo ottenuto alle recenti europee sommando i voti del Partito Democratico (35,79%) a quelli della lista Tsipras che comprende SEL (4,21%). Dopotutto lo scarto tra le due coalizioni è di appena 5 punti percentuali, e alle Amministrative conteranno molto meno i voti d’opinione espressi alle europee nei confronti dei leader nazionali (in molti hanno votato Pd esclusivamente per Matteo Renzi), com’è già successo lo scorso weekend negli unici due centri importanti della Calabria in cui si votava anche per le comunali e cioè a Montalto Uffugo dove il Pd s’è fermato all’11,6% e ha vinto il candidato di centro/destra, e a Rende dove il Pd s’è fermato al 13,6% e sarà costretto al ballottaggio.

Ieri il Consiglio Regionale ha approvato la nuova legge elettorale con un’altissima soglia di sbarramento: 15% per le liste che corrono da sole e anche per le coalizioni. Per questo motivo, il Movimento 5 Stelle rischia di non entrare a Palazzo Campanella: i grillini vivono un momento difficile per come stanno vivendo la sconfitta delle europee. In Calabria sono crollati al 21,5% dopo l’exploit al 24,9% di un anno fa alle politiche (ma i votanti delle europee sono stati molti di meno, l’emorragia di voti testimonia ancor più delle percentuali quanto sia stato notevole il calo del Movimento). Per le Regionali non hanno ancora scelto il loro candidato, ma superare il 15% non sarà una cosa semplice.

La legge elettorale per le elezioni Regionali non prevede alcun tipo di ballottaggio: vince chi prende anche un solo voto in più al primo turno, a prescindere dalla percentuale di consenso. Ecco perché è ragionevole pensare che centro/destra e centro/sinistra si giochino la prossima legislatura fino all’ultimo voto. Difficilmente qualcuno riuscirà a superare il 50% o forse addirittura il 40%, i tempi in cui Scopelliti veniva considerato come una sorta di Obama calabrese sono lontanissimi anche se parliamo di appena quattro anni fa quando nel maggio 2010 fu eletto con il 58% dei voti. Oggi non c’è più nessuno in grado di poter catalizzare percentuali così elevate: il centro/destra al governo ha deluso moltissimi che si aspettavano di più rispetto ai buoni auspici di una legislatura iniziata con entusiasmo ma poi naufragata tra mille problemi. Dall’altro lato, il centro/sinistra ha pensato esclusivamente a fare opposizione senza però costruire una valida alternativa di governo, un progetto e una figura che potesse dare entusiasmo ai calabresi. Ecco perché il 37-38% potrebbe bastare per vincere alla Regione. Se sarà il centro/destra o il centro/sinistra, però, oggi è impossibile prevederlo. La partita si prospetta estremamente combattuta e dopo la parentesi reggina di Scopelliti, tornerà a giocarsi sull’asse Catanzaro-Cosenza così com’era sempre stato durante i primi 40 anni di regionalismo.

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