Non è con esercizi dialettici o forzature interpretative degli accordi interconfederali che si ottiene la coesione sociale. Buon senso richiederebbe invece un passo indietro da parte di tutti ed una sana autocritica, anche da parte dell’Alitalia che sta costruendo accordi sulla sabbia in pericolosa continuità con la fallimentare gestione degli ultimi 5 anni. Sembra che qualcuno voglia spingere i lavoratori al conflitto, forse per sviare l’attenzione dei media e dell’opinione pubblica su altri problemi ben più gravi che riguardano azionisti, finanziatori e manager. Iniqua ed incomprensibile la pervicacia di voler far pagare il conto della crisi di Alitalia ed il contributo del lavoro al progetto Etihad solo ai naviganti, gli unici a cui viene tolta anche la 13a mensilità. Il tentativo di esautorare le sigle sindacali che rappresentano i naviganti attraverso un formidabile esercizio antidemocratico e’ fallito. Ma l’azienda non può fallire, nell’interesse dei lavoratori e del Paese.
ANPAC, AVIA ed ANPAV, consapevoli della estrema gravità della situazione aziendale e rispedendo al mittente la provocazione al conflitto, in rappresentanza di piloti ed assistenti di volo di Alitalia richiedono azioni inclusive che portino nelle prossime ore tutte le parti ad un tavolo di dialogo dove poter giungere ad una posizione equilibrata e condivisa.