Armi chimiche a Gioia Tauro, On. Rampelli (FdI-AN): “Governo garantista i calabresi”

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L’esito, giudicato positivo, del trasbordo delle armi chimiche nel porto di Gioia Tauro non è ragione sufficiente per diminuire l’attenzione sull’accaduto“- è quanto ha dichiarato ieri l’On. Fabio Rampelli, capogruppo di Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale alla Camera dei Deputati in una seduta dei lavori parlamentari.
Ci appare stravagante che l’Italia, che non ha un seggio permanente nel Consiglio di sicurezza dell’Onu, si sia dovuta far carico di un peso così gravoso. Quello che è avvenuto rappresenta un precedente gravissimo. La scelta di far passare la nave nel porto di Gioia Tauro, presa all’insaputa e poi a dispetto delle amministrazioni locali,”- prosegue Rampelli– “è uno schiaffo ai buoni rapporti tra Governo centrale ed enti locali. Evidentemente il governo tiene più alle relazioni internazionali che ai cittadini“. 
In secondo luogo pretendiamo l’accesso agli atti, in particolare per capire quando, come e perché l’Italia abbia stabilito il transito e il trasbordo delle armi chimiche in Calabria. Vista l’indisponibilità espressa da molti Paesi a svolgere ciò che poi avrebbe svolto l’Italia, vorremmo sapere se siamo stati in qualche modo indennizzati degli sforzi realizzati o se questa mobilitazione delle nostre migliore risorse è stata ‘ripagata’ con generose ‘pacche sulle spalle’.  Infine sarebbe interessante capire se lo Stato italiano abbia in previsione qualche progetto di rilancio del porto di Gioia Tauro, sottraendolo al controllo della ‘Ndrangheta, o se per i futuri piani di sviluppo intenda specializzarsi nella trasformazione della Calabria in una discarica speciale per il trattamento di armi chimiche…
Ci auguriamo“- conclude l’Onorevole- “che nelle commissioni di domani saranno date risposte puntuali a queste domande e venga scongiurata l’ipotesi del processo di Idrolisi nel Mediterraneo che, essendo notoriamente un mare chiuso, rischia danni ecologici oggettivi e permanenti. Da questo punto di vista vogliamo garanzie da parte dei ministri Pinotti e Galletti“.
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