Il lotto di terreno, limitrofo ad una zona boscata di alto fusto di faggio, era chiuso da un cancello di ferro e completamente recintato ma erano ben visibili una betoniera, mattoni semipieni , cumuli di sabbia , sacchi di cemento, armature in ferro per la realizzazione dei cordoli in calcestruzzo e cumuli di materiale di risulta. Era invece completamente assente il cartello indicante i dati relativi all’intervento che si stava realizzando, quello in cui solitamente sono riportate le autorizzazioni, il nome del titolare dell’immobile, del progettista, del direttore dei lavori e della ditta appaltatrice.
Da ulteriori verifiche, si è giunti all’identificazione catastale e all’accertamento del proprietario del terreno che ricade pienamente nel Parco Nazionale D’Aspromonte, zona sottoposta a vincolo paesaggistico-ambientale e a vincolo idrogeologico; il soggetto ha dichiarato di aver presentato al comune una comunicazione di intervento di manutenzione straordinaria per rimozione dell’umidità sulle pareti e sul tetto ma da quanto è stato accertato dal sopralluogo effettuato dagli agenti forestali, sono stati realizzati lavori di carattere strutturale che hanno comportato un aumento della cubatura esistente fino a mq 115 circa.
Si è inoltre evidenziato che il fabbricato rientrava tra quelli realizzati abusivamente, censiti dal comune e mai sanati; quindi accertato che le opere edilizie sono state realizzate abusivamente senza permesso di costruire, senza nulla osta dell’Ente Parco per il vincolo paesaggistico-ambientale e vincolo idrogeologico si è proceduto, oltre alla denuncia del committente dei lavori C.G. di anni 61 di Cittanova (RC), all’immediato sequestro dei manufatti con apposizione dei sigilli.