Reggio, soppressione TAR. Chizzoniti: “la vertenza si complica”

StrettoWeb

“Si complica la vertenza nata dalla frettolosa soppressione della sezione reggina del TAR Calabria, anche se appare corretto  sottolineare che la stessa ha sicuramente registrato l’insolita corale convergenza di Enti, Istituzioni, Ordini Professionali ecc…,  con apprezzati contributi provenienti anche  dai territori provinciali”. E’ quanto sostiene il presidente della Commissione Vigilanza del Consiglio regionale Aurelio Chizzoniti, che aggiunge: “ Purtroppo, per altro verso e con espresso riferimento alla politica nazionale,  ad eccezione di qualche timida dichiarazione di circostanza, allo stato, appaiono carenti concrete iniziative tali da far ben sperare per il futuro. E così, mentre si avvicina il termine ultimo (10 luglio) per formalizzare il deposito di emendamenti volti a correggere un decreto legge assunto in palese violazione dell’art. 77 della Carta Costituzionale – essendo evidente l’assoluta insussistenza dei requisiti della “necessità ed urgenza” –  perviene quasi in sordina alla Commissione Giustizia della Camera il parere favorevole alla liquidazione delle sedi decentrate dei TAR deliberato dal Consiglio di Presidenza della Giustizia Amministrativa (il CSM della situazione). Questo segmento endoprocedimentale – argomenta Chizzoniti –  certamente non vincolante,  non aiuta comunque la causa del TAR Reggino che opera in una città sede di Corte di Appello ed anche di dimensioni metropolitane (salvo ripensamenti) la cui sorte appare sempre di più saldamente ancorata a quella della sede decentrata della città di Catania che vanta gli stessi requisiti e parametri istituzionali della nostra Reggio. L’augurio – conclude presidente Chizzoniti – , l’auspicio e la speranza riposano nell’animus pugnandi della politica catanese, che certamente nulla tralascerà per impedire la spoliazione della città etnea i cui rappresentanti sicuramente esprimono un potere negoziale di enorme spessore nel contesto politico romano, per cui sono certo che, anche con il contributo dei parlamentari calabresi e reggini in particolare,  il convertendo decreto, pur nobilitato dalla sorprendente benedizione quirinalizia, sarà  opportunamente modificato in termini favorevoli agli ambiti territoriali delle città interessate. Una diversa conclusione più che integrare concretamente la già denunciata ‘democrazia autoritaria’ (Bersani docet!) mi appare invece tipologicamente assimilabile ad una sconcertante forma di ‘tirannide democratica’ in chiave contemporanea che è sempre stata una tenebrosa  opzione  di governo fra le più feroci che la storia ricordi”.

Condividi