Reggio: Talarico ‘la riduzione dei consiglieri regionali comporta la paralisi dei lavori di commissione’

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Difenderemo, senza esitazioni, le nostre ragioni dinanzi la Corte Costituzionale. Abbiamo riformato lo Statuto della Regione, reintroducendo la figura del  consigliere  supplente,  avendo ben chiaro il contenuto degli articoli  67 e 122 della Costituzione”.

E’ quanto afferma il presidente Francesco Talarico, che preannuncia  l’intenzione del Consiglio regionale di contrastare le osservazioni del Governo alle modifiche apportate, in seconda lettura, nella seduta del 3 giugno scorso,  alla legge del 19 ottobre 2004 (Statuto della Regione Calabria).

Nella sua complessità – spiega il presidente Talarico –  la riforma dello Statuto da noi responsabilmente realizzata mira a garantire il principio del normale funzionamento degli organi dell’Assemblea legislativa, atteso che la riduzione dei consiglieri regionali, da 50 ridotti a 30, comporterebbe la paralisi dei lavori delle Commissioni permanenti e di conseguenza delle stesse funzioni, costituzionalmente garantite, del Consiglio regionale nel caso in cui il Presidente della Regione dovesse nominare  quali assessori soltanto membri del Consiglio stesso”.

Aggiunge il presidente Talarico, chiarendo ulteriormente la posizione assunta dal Consiglio regionale: “Oltre all’utilità funzionale, per l’Assemblea legislativa, del consigliere supplente, in una regione che con una popolazione di poco inferiore ai 2 milioni di abitanti si è vista tagliare ben 20 consiglieri regionali, non è superfluo rammentare, come d’altronde ho già provveduto nei giorni scorsi  a fare con una comunicazione formale indirizzata al Presidente del Consiglio dei ministri (Dipartimento Affari regionali) ed al Ministero degli Interni, che l’introduzione della figura del consigliere supplente non comporta nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale. Inoltre – conclude il Presidente del Consiglio regionale –  voglio anche  ricordare che  la figura del consigliere supplente era stata già introdotta nello Statuto della Calabria nel 2009  e che la relativa legge regionale fu esaminata dal Governo il 6 novembre dello stesso anno, ma non venne impugnata, né è stata mai contestata preliminarmente dai Ministeri competenti. Al contrario, oggi, sullo stesso argomento, il Governo ha  deciso di impugnare la legge regionale. Sarebbe interessante, a questo punto,  comprendere cos’è cambiato, dopo neanche un quinquennio, considerato che la ratio sulla base della quale fu allora introdotta la figura del consigliere supplente è identica e che identiche sono le norme costituzionali di riferimento”.

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