La rete ci spia? Giudicate voi… [VIDEO]

StrettoWeb

“[…]La trasformazione della libertà e della privacy su Internet è una conseguenza diretta della sua commercializzazione. Il bisogno di rendere sicura e identificare la comunicazione per ricavare profitti e il bisogno di proteggere i diritti di proprietà intellettuale in rete hanno condotto allo sviluppo di nuove architetture software che rendono possibile controllare la comunicazione tra computer […]”

tratto da Galassia Internet, Manuel Castells

Con queste parole, il sociologo Manuel Castells, in Galassia Internet, ci introduce all’argomento della privacy nell’era di Internet. Vi siete chiesti dove vanno a finire tutti i dati che noi immettiamo in rete quotidianamente sui nostri profili virtuali? E non solo attraverso questi. Pensate a tutti i movimenti che compiamo per effettuare degli acquisti online. Quante volte vi è capitato di aver cercato su Internet il titolo di un libro, l’ultimo modello di uno smartphone, le scarpe più alla moda e poi di vedervi suggerire l’acquisto dei medesimi prodotti anche in pagine Internet che nulla hanno a che vedere con essi?

C’è chi lavora sui nostri movimenti online, osservandoli, studiandoli, per capire le nostre esigenze, i nostri gusti, i nostri interessi. E, presi dall’abitudine quotidiana di consultare costantemente Facebook, Twitter, Google+ e altri social, noi non ci facciamo più caso. Davvero la nostra privacy non esiste più? Basta un profilo Facebook per “vendere” le nostre informazioni a misteriosi hacker che ci scrutano “dietro lo schermo”?

Certo, è pur vero che siamo noi a decidere quanto svelare delle nostre vite alla rete. Ma il discorso non si ferma solo ai social:

“[…] Le tecnologie d’identificazione includono l’uso di password, “cookies” e procedure d’autenticazione. I “cookies” sono dei marcatori digitali (markers) piazzati automaticamente dai siti web sugli hard disk dei computer che vi si connettono. Una volta che il cookie è collocato nel computer, tutti i movimenti online da quel computer verranno automaticamente registrati dal server del sito web che lo ha piazzato […]”

E’ un altro passo tratto dal testo di Castells, che ci fa comprendere come essere presenti su Internet comporti inevitabilmente l’essere rintracciabili ovunque. Pensate anche e soprattutto ai cellulari di ultimissima generazione, sempre connessi, sempre online. E’ il bello e brutto di Internet. Non possiamo pensare che Internet ci dia accesso a un potenziale infinito di informazioni senza che noi stessi ne facciamo parte. Eppure a volte lo dimentichiamo. Guardate le facce dei protagonisti di questo spot belga che ci invita a riflettere sui dati personali che diamo in pasto alla rete. Alcuni passanti vengono fermati con la scusa di farsi leggere la mente per un programma televisivo. All’inizio le capacità di Dave sembrano davvero sorprendenti. Ognuno di loro sembra domandarsi “Ma come fa a sapere tutto?“. La risposta è semplice. E’ Internet. Non è magia. O se volete, la magia è Internet. Dipende dal vostro punto di vista.

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