Rometta (Me), il punto di vista dell’opposizione sulla condanna erariale di Laface

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I giudici della prima sezione giurisdizionale e di quella d’appello della Corte dei Conti della Regione Sicilia hanno espresso giudizio unanime nei confronti dell’ex commissario dell’Istituto Autonomo Case Popolari, l’avvocato Giuseppe Laface (attuale vice sindaco del comune di Rometta, con diverse deleghe, tra cui quelle ai Lavori Pubblici e alla Manutenzione Ordinaria e Straordinaria degli Edifici Scolastici) e della coordinatrice generale e contabile dello Iacp Maria Grazia Giacobbe. Entrambi risultano condannati, infatti, per il conferimento di un incarico di collaborazione professionale di addetto stampa a una giornalista professionista esterna. Tale atto sarebbe stato adottato senza alcun preventivo atto di interpello presso gli uffici interni e senza alcuna procedura comparativa. Giacobbe e Laface sono stati condannati al pagamento, ciascuno per il 50%, dell’intero importo in favore dello Iacp di Messina, per “colpa grave e danno erariale”. Questa, in sintesi, la notizia riportata il 16 luglio dalla Gazzetta del Sud. Sulla vicenda, oltre le dure critiche dei sindacati, interviene, tramite una nota, anche il gruppo d’opposizione consiliare di Rometta “Continuiamo Insieme per Innovare”:

Noi dell’opposizione consiliare “Continuiamo Insieme per Innovare” pensiamo che un amministratore possa oggi incorrere più spesso che in passato in una condanna erariale, la quale, non essendo penale, non comporta obbligatoriamente le dimissioni del condannato. Sapevamo della condanna in primo grado dell’avv. Laface, e quindi della possibilità della conferma in appello, ma la sentenza in sé non ci scandalizza oltremodo. Sul futuro della sua attività amministrativa Laface può dunque prendere solo una decisione morale, che noi rispetteremo, in ogni caso. A dichiararsi invece campione di moralità, a ostentare il vessillo della purezza assoluta, sua e dei suoi, è stato – prima e dopo la recente campagna elettorale, ed è tuttora – il superiore in grado di Laface, il sindaco Merlino. Il quale sapeva anche lui della condanna in primo grado per «colpa grave e danno erariale» di Laface, e tuttavia, come se nulla fosse, ha continuato ad autoproclamarsi l’Immacolato e a esaltare la purezza dei suoi assessori e consiglieri, a fronte di avversari – a suo dire – moralmente disonorati. Umanamente vicini a Laface, restiamo perciò quanto mai lontani politicamente da un Merlino che la vicenda-Laface ci conferma essere la contraddizione fatta persona.

Il gruppo consiliare Continuiamo Insieme per Innovare.

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