MessinAmbiente è fiera di valorizzare l’impegno dei lidi estivi per la differenziata attraverso un concorso a premi. Premi che “vogliono sottolineare l’importanza della condivisione delle responsabilità nella gestione dell’ambiente tra tutti i soggetti coinvolti nella riduzione di rifiuti”. A questo siamo: ai premi di consolazione per la condivisione delle responsabilità.
E’ un riflesso pavloviano dell’accorintismo: pensare che basta cambiare sul piano individuale per trasformare il piano collettivo. Il che, intendiamoci, sotto il profilo educativo è formalmente ineccepibile, specie in una città come Messina. Il punto è che Accorinti non sta istruendo una vasta platea di 250.000 abitanti: sta amministrando un Comune.
Quando le urne si chiusero sancendo la sconfitta di Felice Calabrò, l’ascesa del sindaco “free-Tibet” a Palazzo Zanca venne salutata dall’entusiasmo collettivo. In quel contesto furono messe in campo una serie di azioni spontanee, “dal basso”, volte al recupero della città. Attivisti felici del nuovo corso pulirono le spiagge, curarono il verde pubblico, perfino i marciapiedi del centro vennero sottoposti a un trattamento di bellezza. Era un encomiabile atto d’amore verso la città. Solo che l’amore, se non è corrisposto, alla lunga logora. E finisce. Se l’unico modo per pulire Messina è ricorrere all’olio di gomito e alla buona volontà, allora delle due l’una: o si elimina la tassa sui rifiuti, o si consegna lo stipendio degli operatori, ivi compreso quello dei manager, ai solerti cittadini. Non ci sono alternative.
Quanto ai lidi e alla lodevole raccolta differenziata praticata in quest’estate afosa, va fatto un plauso duplice: sia per l’attività d’impresa realizzata secondo criteri eco-sostenibili, sia perché essi operano a fatica in una città che offre ben poco ausilio a chi dimostra spirito d’iniziativa. E’ inutile evidenziare ancora una volta la bellezza paesaggistica del nostro litorale: la potete scorgere voi stessi, fra una montagna di rifiuti e l’altra.