Messina, proteste dalla zona nord per il sacrificio del Papardo. Accorinti chiede tempo e D’Alia scrive al Ministro

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Gli abitanti della zona nord sono preoccupati: la delibera firmata il 5 agosto dal direttore generale dell’azienda ospedaliera Papardo-Piemonte, Michele Vullo, quella con cui si trasferivano i reparti di ostetricia e ginecologia nel polo sito nel centro cittadino, non convince né persuade chi reclama il diritto alla salute. Proprio per questo, per contrastare la dismissione di reparti tanto importanti per la vita della comunità, l’utenza, o sarebbe meglio dire in questo caso la cittadinanza, è scesa in piazza a Ganzirri per protestare contro lo smantellamento del Papardo, per chiedere alle autorità politiche un intervento tempestivo e risolutivo.

Accorinti ha cercato di placare gli animi, di dare speranza alla platea: come aveva anticipato ai nostri microfoni, ha fatto sapere che sono in corso costanti contatti con l’assessore Borsellino per modificare questa incresciosa situazione. L’idea dell’Amministrazione è di trasferire nuovamente i reparti al Papardo, coprendo con l’offerta l’intero territorio cittadino.

Il problema è che secondo i parametri stabiliti dalla legislazione nazionale, se si procede in questa direzione, se cioè si salvano le competenze del presidio della zona nord, sarà il Piemonte a rimetterci la pelle. Questo è un elemento imprescindibile, che la Giunta dovrà valutare nei minimi dettagli.

Non a caso un politico rodato come Gianpiero D’Alia, ha colto l’occasione per investire del problema direttamente il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, chiamata in causa – nella fattispecie – da un’interpellanza destinata ad offrire risposte certe alla città.

D’Alia ha riassunto la vicenda, attaccando implicitamente proprio il dg Vullo: “Le dichiarazioni di Vullo destano un grave allarme sociale posto che se un pronto soccorso è pericoloso per i cittadini lo si chiude e non lo si lascia aperto, come viceversa è accaduto, e sono smentite dal fatto che: a) come dimostrano i dati in possesso della Direzione Generale il trattamento degli infartuati soccorsi al PSG del PO Piemonte nel primo semestre 2014  avviene entro i tempi previsti dalle linee guida internazionali; b) la maggior parte degli Ospedali italiani non ha la Neurochirurgia e quindi si trovano nelle stesse condizioni di rischio dell’Ospedale Piemonte per i pazienti affetti da ictus emorragico  c) la nuova Rete ospedaliera varata dalla Regione Siciliana non è stata approvata a fine luglio a Roma dal Ministero della Salute. Peraltro, tali dichiarazioni hanno procurato un incalcolabile danno d’immagine all’Azienda Ospedaliera Papardo-Piemonte e indignato ed offeso i medici e tutti gli operatori sanitari che svolgono con alta professionalità il loro dovere”.

Da qui, per l’appunto, la richiesta di chiarimento, affinché una partoriente a Messina sappia almeno dove andare.

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