Movimento Reggini Indignati sull’immigrazione: “A Reggio non ci sono le condizioni per fronteggiare eventuali epidemie”

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Protezione Civile movimento reggini indignatiIl Movimento Reggini Indignati, attraverso il suo coordinatore Francesco Anoldo, segnala la mancanza di equipaggiamento della città, qualora dovesse trovarsi ad affrontare un’epidemia causata dall’afflusso di migranti.

“Salve a tutti, sono Francesco Anoldo ( coordinatore MRI ) Infermiere, esperto in emergenza come volontario di Protezione Civile da oltre 10 anni e con delle esperienze, anche, in zone colpite da maxi emergenze al di fuori dei confini italiani, con amici di Medici senza Frontiere. Dopo la presentazione – si legge ancora nel documento –  non per mia pubblicità ma per mettere in risalto le mie conoscenze, i post messi in questi giorni dal Movimento Reggini Indignati, non vogliono essere dimostrazioni di un pensiero xenofobo e razzista ma solo di allarme nella gestione di queste persone disperate, che a loro insaputa, rischiano di innescare una epidemia su scala mondiale. La leggerezza con la quale viene affrontata è tipica italiana, questi sono i protocolli internazionali da attuare che, in maniera congiunta, Ministero della Salute, Ministero dell’Interno, Croce Rossa e Protezione Civile: 

1 Tutto il personale che per primo entra in contatto con queste persone, dovrebbe essere dotato di equipaggiamento idoneo;
2 Una volta approdati al porto di destinazione, devono essere accolti all’interno di una struttura sanitaria mobile, dotata di tutti i presidi, dove deve essere effettuato un triage per capire le condizioni di salute di ogni singolo immigrato ed assegnare un codice che identifichi il loro stato di salute;
3 I pazienti sospetti di patologia potenzialmente infettiva, gli deve essere assegnato il codice arancione ( paziente potenzialmente infetto ) e messo in isolamento, presso strutture adeguate per consentire le migliori cure;
4 Il trasporto dal punto di arrivo e il punto di destinazione ( Centri d’accoglienza idonei ) deve essere fatto da personale competente e con mezzi idonei;Reggio Calabria – conclude Anoldo non ha niente di tutto questo, quindi si rischia di innescare delle epidemie che potrebbero coinvolgere l’intera cittadinanza e non solo. Invitiamo: Ministero della Salute, Ministero dell’Interno, Croce Rossa e Protezione Civile presenti a Reggio Calabria ad effettuare un tavolo tecnico e dichiarare lo stato d’ emergenza per far sì che i protocolli vengano attuati e scongiurare qualsiasi rischio per gli Operatori, gli immigrati e la cittadinanza tutta”. 
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