Un ponte che ha deciso di sostare in tutte le contraddizioni e le potenzialità della Calabria. A partire da #Calabriaoltre la passerella, l’anteprima il 5 agosto al ristorante Bleu de Toi in cui l’equipaggio, accompagnato dalle note della soprano Eleonora Pisano, si è presentato su una pedana sul mare che è anche una piattaforma per fare rete in una regione che vive di reciproche diffidenze. Diffidenze ricordate da Nicola Gratteri in piazza S. Rocco il 7 agosto durante #Calabriaoltre i tribunali, quando, incalzato dalla giornalista e scrittricePaola Bottero, ha ricordato l’importanza di una «educazione alla cultura della cooperazione» perché «anche nei paesi a più alta densità mafiosa, la mafia resta minoranza. Ma organizzata e ordinata, mentre noi viaggiamo in ordine sparso». Com’è possibile quindi che passi l’equazione Calabria-‘ndrangheta? «La colpa è anche di noi magistrati» ha precisato un inedito Gratteri. «Molte volte, forse per fretta, ci facciamo usare dalla stampa nazionale. Dobbiamo stare attenti: occorre dire le cose ma non pensare che tutta la Calabria è ’ndrangheta, altrimenti facciamo il loro gioco». La necessità di fare autocritica è stata anche al centro di #Calabriaoltre il pregiudizio, in cui venerdì 8 agosto con il sindaco di Rosarno Elisabetta Tripodi, il leader dei Mattanza Mimmo Martino e i giornalisti Manuela Iatì, Consolato Minniti e Alessandro Russo moderati da Josephine Condemi e Filippo Teramo, ci si è domandati come e perché lo stereotipo possa diventare una maschera calata a forza su di un popolo: «L’antico pregiudizio anticalabrese, dopo il 2005 e l’omicidio Fortugno, grazie ad una narrazione mediatica compiacente si è trasformato in un mostro» ha sottolineato Russo, autore del saggio-inchiesta Marchiati «Ma si può dire la verità e raccontare questa terra senza marchiare tutti come si fa con il bestiame o con una stirpe maledetta». Superare il marchio di terra da evitare passando anche dalla riscoperta del massiccio aspromontano: sabato 9 agosto a #Calabriaoltre l’Aspromonte, con Giuseppe Bombino, presidente Ente Parco, Cosimo Sframeli, carabiniere e scrittore, le testimonianze dei sequestrati Rocco Lupini e Fausta Rigoli moderati da Marisa Larosa e Filippo Teramo, la zampogna “a moderna” di Filippo Spanò, in cui si alternano suoni acuti a gravi, ha declinato la doppia narrazione di un territorio che vuole rinascere. Una rinascita che non può prescindere dal sostare nelle commistioni tra sacro e profano: se n’è discusso a #Calabriaoltre gli inchini domenica 10 agosto, ricordando, ha affermato Giovanni Ladiana, padre superiore dei Gesuiti di Reggio Calabria, che «il Vangelo non è una clava ma un’interrogazione alla coscienza» con il pm antimafia Stefano Musolino e i giornalisti Alessio Magro, Alessandro Russo e Paola Bottero moderati da Josephine Condemi. E di interrogazioni alla coscienza con relativa autocritica di governanti e governati si è trattato a #Calabriaoltre il declino della politica, conGiuseppe Raffa, presidente provincia Reggio Calabria, Nino Foti, vice coordinatore regionale Fi, e i consiglieri regionali Demetrio Naccari e Mimmo Talarico moderati da Alessandro Russo. L’equipaggio di Scilla in Passerella ha quindi sostato nel silenzio, nelle crepe dei non detti e dei tabù a #Calabriaoltre la narrazione mercoledì 13 agosto, in cui il pm antimafia Antonio De Bernardo, il registaFabio Mollo e gli scrittori Paola Bottero e Mimmo Gangemi moderati da Alessandro Russo, si sono interrogati sui cortocircuiti tra realtà e rappresentazione mediatica: «Per narrare la Calabria non si può prescindere dal raccontarne i silenzi, superandoli cercando di ascoltare» ha sottolineato Bottero, autrice del romanzo Cartavetrata. «Quando l’apparenza diventa sostanza, è facile usare la stampa per raccontare una realtà sublimata. Ognuno di noi può passare il segno, diventare colui che lancia il personaggio e non la notizia. Noi giornalisti rischiamo di fare quanto già sperimentato dai politici: creare uno scollamento tra ciò che si vive e ciò che si racconta».
Fare rete, ricaricando di significato parole e momenti in quanto calabresi, riattivare circuiti virtuosi rimettendosi in gioco, è stato il filo conduttore di Scilla in Passerella, rassegna a zero finanziamenti impossibile senza una sinergia proficua tra organizzatori e direttori artistici a cui si sono affiancati l’hotel Le Sirene, il Lido Francesco, il ristorante Bleu de Toi, che hanno messo a disposizione le location, i patrocinatori – Comune di Scilla e Provincia di Reggio Calabria – che hanno aiutato nella logistica, i partner, che si sono imbarcati credendo nell’orizzonte #oltre: Scilla Eventi, Progetto 5, Radio Touring 104, Gal Basso Tirreno. Una rete destinata ad allargarsi. Perché si può sempre andare oltre.