Arrestato in Argentina il boss della ‘ndrangheta Mancuso, malavitoso sanguinario: sparò alla zia [FOTO e DETTAGLI]

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Fine corsa per il boss di Limbadi, nel vibonese, Pantaleone Mancuso, 53enne: la polizia argentina l’ha fermato sul confine con il Brasile, a fine agosto, ma la notizia si è appresa solo oggi, è nelle mani della giustizia argentina riconosciuto grazie all’azione dell’interpool sudamericana.

Uno dei boss più temuti e violenti della cosca omonima di Limbadi, fratello di Peppe e Diego Mancuso entrambi in carcere, accusato di «associazione mafiosa e duplice tentato omicidio», al momento della cattura aveva con sé 100 mila euro. Nel corso dei prossimi giorni saranno avviati tutti i passi necessari «per la sua estradizione in Italia», hanno precisato fonti della gendarmeria argentina.

Mancuso era ricercato per l’agguato a Romana Mancuso e al figlio Giovanni Rizzo avvenuto il 26 maggio del 2008 a Nicotera Marina e il suo coinvolgimento nel duplice tentato omicidio, assieme al figlio, è stato appurato anche grazie alla testimone di giustizia Ewelina Pytlarz, ex moglie di Domenico Mancuso cognata di Pantaleone “Scarpuni” e, quindi, nuora di Salvatore Mancuso che di Romana Mancuso è uno dei fratelli. Il boss e il suo erede avrebbero attentato alla vita di Romana Mancuso e del figlio Giovanni (che di Domenico classe 1927 sono, invece, sorella e nipote) perché «Giovanni Rizzo non era considerato “un buon azionista” e non teneva alto il buon nome dei Mancuso, perché prendeva iniziative sbagliate nei confronti di persone già protette che, evidentemente, poi si lamentavano con altri Mancuso». Spiegò, Ewelina Pytlarz, di aver appreso dei retroscena di quella sparatoria dai suoceri. Quest’ultimo – spiega il gip Maiore nell’ordinanza con cui dispone l’arresto di Pantaleone Mancuso – «oltre ad essere sposato con la sorella di Giovanni Rizzo, è fratello della moglie di quest’ultimo. Tuttavia – è scritto ancora nella misura cautelare – Rizzo tradiva la moglie con una ragazza…». E più avanti, ancora il gip: «Rizzo aveva sostanzialmente abbandonato la sorella di Cuturello e le figlie che vivevano a Nicotera Marina». Anche questo, pertanto, avrebbe indotto i vari Mancuso ad accogliere con soddisfazione l’aggressione.

Tra pochi giorni l’estradizione in Italia.

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