Emergenza immigrati a Reggio e Messina: dal Pala Nebiolo allo Scatolone, una sfida troppo grande…

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StrettoWeb

immigrati reggio 09“Sono grato a Dio di essere arrivato in Italia, voglio ripartire da qui“. Ha lo sguardo commosso Mohammad, un giovane africano arrivato in Sicilia con un barcone nei mesi scorsi. E’ uno di quelli che sono riusciti a compiere la traversata del Canale di Sicilia.

Molti sopravvivono, ma centinaia sono morti e continuano a morire. Per moltissimi migranti del Nord Africa attraversare il Mediterraneo è l’unica possibilità di salvezza, per lasciarsi alle spalle guerra, fame e povertà.

immigrati3L’Italia e la Sicilia sono un ponte d’approdo inevitabile per questi rifugiati, da molti mesi se non anni ormai. Ecco perché si parla di ‘emergenza migranti’ in Sicilia. E i dati ufficiali parlono chiaro: 4.000 sbarchi solo nello scorso fine settimana in Sicilia, cui si aggiungono quelli degli mesi precedenti per toccare quota 63.000 dall’inizio dell’anno secondo l’UNHCR.

Ogni giorno ormai, i mass media riportano notizie di nuovi sbarchi, nuovi salvataggi e nuovi arresti di scafisti coinvolti nel traffico clandestino di esseri umani. I centri d’accoglienza in Sicilia, ma anche in Calabria e in altre regioni del Sud Italia sono al collasso, e non si sa più dove mettere le centinaia di persone, tra loro spesso anche donne e bambini, mentre si solleva il coro di polemiche di chi è a favore o contro l’accoglienza. Si alternano storie commoventi e di solidarietà a vicende di strumentazione politica sulla questione immigrati, spesso bersaglio o capro espiatorio dell’inattività o pigrizia dei nostri governi nella risoluzione di altri problemi caldi del paese.

palanebiolo tendopoliNel caso di Messina, la struttura al centro di polemiche è stato il Pala Nebiolo. Un campo profughi nel cuore di Messina; una tendopoli fredda e inospitale; una realtà paradossale. E’ stato detto di tutto da tutti, politici e opinione pubblica, talvolta con note di biasimo e disprezzo, sul campo che ospita i migranti. Quella che era nata come soluzione temporanea e provvisoria  della Prefettura si è tramutata in una soluzione a lungo termine anche per via dell’assenza di altre strutture.

A Reggio Calabria, invece, i rifugiati sono stati ospitati in alcune strutture comunali come lo Scatolone, accanto lo stadio Granillo, e la palestra della scuola Boccioni. Anche qui si ripete il copione: da un lato, plauso per i volontari e le forze dell’ordine che sono coinvolti in prima linea nelle operazioni di soccorso, dall’altro, segni di insofferenza della gente comune che rivendica i propri spazi.

alfanoL’operazione militare e umanitaria Mare Nostrum, iniziata nel 2013 proprio per fronteggiare l’emergenza nel Canale di Sicilia, è ad una svolta. Dopo l’incontro tra il Ministro dell’Interno Angelino Alfano e il commissario europeo per gli affari interni Cecilia Malmström a Bruxelles lo scorso 27 Agosto, si apre un nuovo scenario per il Mare Nostrum che sarà rimpiazzato dal Frontex Plus, nuova istituzione dell’Unione europea.

Sarebbe stato bello se l’incontro si fosse svolto a Messina o a Reggio o in uno dei porti dove si vive quotidianamente l’emergenza immigrazione, e non nella lontana e burocratica Bruxelles il cui ruolo decisionale appare sovente troppo avulso dalla realtà dei fatti e delle circostanze attuali.

Quello che l’Europa deve adesso fare è sostenere l’Italia nelle operazioni di soccorso dei migranti. Troppo spesso l’intervento è stato affidato alle sole forze dell’ordine italiane, e troppo spesso il peso della gestione dei migranti è gravato e continua a gravare su località come Lampedusa, Messina, Catania, e Reggio Calabria con notevoli difficoltà logistiche ed organizzative.

Con i giusti mezzi e le giuste risorse e con la luce del ‘Faro Europa’, con il personale adeguato e con una stretta collaborazione tra attori statali e non statali, associazioni religiose e laiche, volontari e organizzazioni non governative l’emergenza può diventare crescita, crescita per le comunità locali che vedrebbero forse l’Europa più vicina.

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