Reggio, emergenza lavoro: la storia di Domenico, precario a tempo indeterminato

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“Salve mi chiamo Domenico ho 21 anni e abito a Villa San Giovanni”. Inizia così questa lettera arrivata alla nostra redazione. Domenico dà voce a tutti quelli che sono stanchi di sentir ripetere che “i giovanni di oggi non vogliono lavorare e per questo non lavorano“.

Domenico ha frequentato il tecnico industriale Panella di Reggio Calabria, e anche se è stato bocciato un anno, è riuscito alla fine  a diplomarsi.

Dopo aver passato mesi e mesi mandando curriculum, chiedendo in giro se avessero bisogno di qualcuno per lavorare, ho deciso di accettare un lavoro in un call center out-bound.”

Il lavoro nel call center non sempre prevede uno stipendio fisso, ma è legato ai risultati. Domenico scrive che dopo un periodo di prova di un mese dovrà riuscire a fissare 15 appuntamenti telefonici, altrimenti non guadagnerà nulla e non avrà un contratto.

Il lavoro legato ai risultati è un fenomeno in crescita. Se è condivisibile l’idea di un incentivo per i più bravi e meritevoli, non è assolutamente accettabile che non venga riconosciuto uno stipendio minimo che permetta la sopravvivenza. Molti lavori oggi giorno prospettano lauti guadagni a fronte di numerose vendite, ma se per un certo arco di tempo le vendite non si realizzano, il guadagno sparisce. E al giovane lavoratore restano ‘fisse’ le spese di viaggio o di quant’altro è inerente il lavoro. Non parliamo del fatto che per questi giovani sia impossibile emanciparsi economicamente, e di conseguenza, si resta nella casa di famiglia a carico dei genitori o dei parenti. L’insicurezza e lo sconforto iniziano a prendere il sopravvento e, come riporta la cronaca, c’è chi arriva a gesti estremi.

“Cari politici, prima di parlare usate il cervello, la gente non raccomandata e umile sta morendo di fame, noi giovani siamo senza lavoro.” conclude Domenico.

Come Domenico, ci sono tantissimi giovani a Reggio come nel resto d’Italia, in attesa del riscatto sociale tanto sbandierato e amplificato nelle campagne elettorali dal Tizio e Caio di turno di destra o di sinistra.

Concretamente, resta altissima l’emergenza lavoro nella nostra città, e cresce il numero di chi non si iscrive all’università dopo il diploma per assenza di prospettive e di chi non trova un’occupazione né ben retribuita né stabile.

Serve un solido ed immediato intervento dall’alto per aiutare Domenico e tanti altri ragazzi che, restando così le cose, si avviano verso il precariato a tempo indeterminato.

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