Messina, Accorinti colpito al cuore: “venduto, vergognati” è l’urlo della piazza (FOTO)

/
StrettoWeb

manifestazione piemonte (1)Messina non ci sta. E’ un Viale Europa gremito quello che invoca la salvezza dell’Ospedale Piemonte. Ci sono medici, infermieri, pazienti e semplici cittadini: una comunità che non accetta la riduzione ai minimi termini dell’offerta sanitaria. C’è perfino qualche prete, perché il diritto alla salute non può passare in sordina, non può essere ridotto a una quisquilia. Tra gli striscioni e le bandiere sindacali c’è qualche cittadino che ha il gusto dell’ironia: così una bandiera tibetana sventola nel cielo del vecchio “Ponte Americano”, segno della goliardia di chi mastica amaro per il pacifismo tanto al chilo del sindaco. Ed è proprio il primo cittadino ad essere il convitato di pietra. Verrà? Non verrà? Darà riposte concrete alle domande della piazza?

manifestazione piemonte (8)La riserva si scioglie alle 17.42, quando un’ondata di fisichi lo accompagna al suo ingresso nella struttura. “Vergogna” grida la folla, “venduto” urla la gente. Stavolta non sono voci isolate, come nelle precedenti contestazioni, ma autentiche urla di rabbia: simbolo di un evidente scollamento fra il Palazzo e la strada. Qualcuno tenta addirittura l’aggressione fisica, frenato da un cordone di forze dell’ordine e di sindacalisti, inviperiti ma pronti a fare schermo per garantire la libertà d’espressione. E’ coraggioso Accorinti, gli va reso l’onore delle armi mentre sfila in mezzo a un branco inferocito. Ma il coraggio da solo non basta. Anzi: serve a poco se esso non si sposa con la dovizia e con la competenza.

La questione è chiara e proprio gli esponenti della Cisl e della Uil non consentono a “Renato” di svicolare. Il suo attacco sui risultati conseguiti dalla Giunta nella lotta contro i tir esaspera gli animi, procura l’ira collettiva. Calogero Emanuele (FP-Cisl) armato di megafono si scaglia contro la retorica dell’Amministrazione.manifestazione piemonte (5) Perfino Tonino Genovese, moderato ante litteram, perde la pazienza. “Così no” mormora agli interlocutori vicini e una mano sulla fronte rivela una sorta di embarazzo empatico, un disagio nei confronti di chi doveva cambiare la città ed è finito con l’arrancare pubblicamente. Dalla folla emerge la delusione. Qualcuno lancia al sindaco la maglietta con la scritta “Salviamo l’Ospedale Piemonte“. “Mettiti chista” urla l’uomo a squarciagola. Accorinti non la indossa, tenta di argomentare ma la sua verve fa a cazzotti con la frustrazione della cittadinanza “Questa struttura non deve chiudere, ve lo dico come sindaco“. Parole, promesse che scivolano come gocce di rugiada, mentre il viso dell’ex professore di educazione fisica s’imperla di sudore. “Sono andato a parlare con la Borsellino. Più di quello che faccio non so che fare“. E’ un appello, un canto del cigno, che si spegne nell’eco degli insulti. C’è chi grida “emergenza-urgenza” invocando il mantenimento del Pronto Soccorso, chi, muovendosi a suo agio fra i bizantinismi della politica, sottolinea che va salvato tutto l’ospedale, non il presidio d’assistenza immediata. E se la schizofrenia politica dell’Amministrazione emerge con nitidezza, tanto scialbo è il proposito di salvare il Piemonte ridimensionandolo, con altrettanta frustrazione la folla assiste al carosello dei politici: uomini per tutte le stagioni, consiglieri comunali e regionali pronti a salire, a farsi un selfie, a dire “io c’ero”. Mi viene in mente Rino Gaetano: “nascono tutti incendiari e fieri ma quando arrivano sono sempre pompieri”.

Condividi