Il cavallo di battaglia del centrosinistra è: “la responsabilità del disastroso commissariamento della città è del centrodestra”. Il Centrosinistra gioca sul velluto: infatti, comunque si giri la frittata, la responsabilità politica del commissariamento non può che ricadere sull’amministrazione durante la quale è avvenuto (Arena) e che era in evidente continuità con l’amministrazione che l’ha preceduta, quando sindaco era Scopelliti.
Si è partiti infatti con ipotetiche “nefandezze” perpetrate dagli avversari in questi anni, secondo la discutibile teoria che la responsabilità non sia di chi dispone ma invece di chi parla, per proseguire con dissertazioni sulla mancanza di “decenza” del Centrosinistra, virtù la cui mancanza, in politica, non è mai opportuno addebitare alla controparte (chi è senza peccato scagli la prima pietra!).
Poi, da quando alcuni esponenti di partiti minori (UDC e PRI), che nelle precedenti elezioni si erano schierati con il Centrodestra, hanno dichiarato di volere appoggiare il Centrosinistra nella prossima tornata elettorale, è stato più volte detto solennemente che non è corretto che Falcomatà (il quale tempo fa aveva dichiarato che nella sua coalizione non ci sarebbe stato posto per i transfughi) possa aver modificato in itinere la sua linea.
Al riguardo gli sono state addebitate ora “bugie” ora mancanza di “di onore e di dignità” (della serie: non vale! avevi detto così. Bandista!).
Nel contesto descritto si è poi inserita la telenovela che Battaglia, candidato alle primarie del PD e sconfitto di misura da Falcomatà, non avrebbe appoggiato questi nella corsa a sindaco della città, correndo con una lista propria; telenovela poi dissoltasi come neve al sole, assieme alla speranza di una frammentazione del fronte del Centrosinistra, che invece si è allargato. In sintesi: speranze completamente disattese.
Per la corsa a Palazzo San Giorgio rimane per il Centrodestra la “briscola” del cosiddetto “modello Reggio”, periodo in cui sicuramente la città ha vissuto momenti di gloria e di grande immagine, ma relativamente al quale la città non ha ancora chiaro quale sia stato il prezzo e per quanto tempo ancora lo dovrà pagare.
In pratica: la briscola in mano era a denari, ma pare che nel frattempo sul tavolo sia cambiata a bastoni. L’affanno del Centrodestra si trasformerà in crisi di nervi?