“L’andamento reale dell’occupazione in Sicilia è più negativo delle già catastrofiche previsioni. Recenti stime dello Svimez dicevano che negli anni 2014 e 2015 sarebbero andati perduti 27 mila posti di lavoro, l’Istat però nell’ultima indagine relativa al secondo trimestre 2014 afferma che ne sono andati in fumo 37 mila in un solo anno“.
Sono parole del segretario generale della Cgil Sicilia, Michele Pagliaro, che prende a riferimento i dati del secondo trimestre del 2014 elaborati dall’Istituto nazionale di statistica rilevando che “al momento non c’è peraltro niente che possa fare pensare a un’inversione di tendenza“.
Il segretario della Cgil incalza sulla necessità che “la politica regionale trovi un punto di accordo nella necessità di intervenire subito dando all’isola un progetto di sviluppo e garantendo al contempo le tutele sociali. Vorremmo che nei prossimi mesi si discutesse solo di questo – dice Pagliaro – di azioni immediate ed esigibili che segnino un’inversione di tendenza. I dati Istat – sottolinea – sono lo specchio della situazione reale di fronte alla quale il teatrino della politica cui assistiamo da mesi è ridicolo. Senza entrare nel merito degli assetti di governo – afferma il segretario della Cgil – riteniamo che sia dovere del Presidente della regione e del governo una piena assunzione di responsabilità , rispetto ai fallimenti, alle mancate riforme a un’azione che risulta complessivamente inadeguata, e assieme la ricerca delle soluzioni che possano dare efficacia, autorevolezza e immediatezza all’azione politica“.
Dando uno sguardo ai dati Istat il tasso di occupazione è sceso dal 39,8% al 39%, mentre il tasso di disoccupazione è balzato dal 21,6% al 22,5% con i disoccupati passati da 368 mila a 378 mila.
Preoccupante anche il dato della disoccupazione giovanile nella fascia compresa tra 15 e 24 anni, giunto al 53,8%. Il calo più consistente di occupati si è registrato nel servizi dove l’Istat ha contato meno 29 mila posti di lavoro. A seguire l’agricoltura con meno 8.000 occupati, il manifatturiero con meno 4 mila. Unica inversione di tendenza nell’edilizia con +4 mila occupati.